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dinario nelle case era dietro la porta o intorno ai focolari. La vittima che loro immolavasi, era un porco, allorchè gli si sagrificava in pubblico; ma in privato, loro offrivasi ogni giorno del vino, dell'incenso, una corona di lana, ed un poco di ciascuna vivanda, che presentavasi alla tavola. Nota 65

Latona, figlia del Titano Ceo e di Febe. Giove se ne innamorò per la di lei rara bellezza. Giunone ch'erasene ingelosita, fece nascere il serpente Pitone per perseguitarla e tormentarla; ed aveva fatto promettere alla terra di non accordarle ricovero. Latona intanto era gravida, e non sapeva ove poter partorire. Nettuno mosso a pietà, fece sorgere dai profondi abissi del mare l'isola di Delo; e Giove avendola trasformata in quaglia, ella vi rifuggì, e sotto l'ombra di un ulivo partorì Apollo e Diana.

Laverna, Dea de' ladri, de' mariuoli, degl'ipocriti, de' plagiarj, de' furbi e de' mercanti. Erale consagrato un bosco presso Roma, ove tutt'i ladri andavano a dividersi le robe rubate. Si rappresentava sotto la figura di un corpo o senza testa, o la cui testa fosse coverta di una maschera. Il suo nome deriva da Larva, maschera, perchè i ladri e gl'impostori coprono sotto una apparenza buona la loro malvagità.

Lavinia, unica figlia di Latino e di Amata. Era stata promessa sposa a Turno re de' Rutoli; ma un oracolo vietò a Latino di maritarla ad un principe del Lazio, annunziandogli di esserle destinato uno straniero il cui sangue mescolato col suo, doveva innalzare sino al