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di Acasto, e della calunnia di Creteide. Egli è il primo, che abbia fatto celebrare i giuochi funebri in occasione della morte di suo padre.
Acheloo, figlio dell’Oceano e di Teti, secondo altri, del Sole e della Terra. Innamoratosi costui di Dejanira, e sapendo ch’era destinata a sposare un gran conquistatore, combattè contro Ercole, da cui fu vinto. Preso tosto la figura di un orribile serpente, sotto la quale fu benanco abbattuto; indi quella di un toro, nella quale non ebbe miglior fortuna. Ercole, avendolo afferrato per le corna, lo stramazzò, gliene strappò uno, e lo costrinse di andare a nascondersi nel fiume Toade, che dipoi venne appellato Acheloo. Il vinto diede al vincitore il corno di Amaltea per ricuperare il suo. Secondo altri, lo stesso corno di Acheloo è quello, di cui le Najadi formarono il corno dell’abbondanza, detto cornu-copia. Nota 3.
Acheronte, figlio del Sole e della Terra fu trasformato in fiume, e precipitato nell’Inferno per aver somministrato l’acqua ai Titani, allorchè questi dichiararono la guerra a Giove: le sue acque divennero limacciose ed amare. Era uno de’ fiumi fatali, che le ombre varcavano senza poter mai più ritornare indietro. Viene rappresentato sotto la figura di un vecchio coverto di una umida veste, appoggiato sopra una urna nera, dond’escono acque piene di schiuma. Vedesi alle volte presso di lui un barbagianni: niun altro attributo potea convenir meglio a siffatto Dio quanto questo lugubre uccello, il cui solo aspetto facea fremer gli auguri, e temere le più grandi disgrazie. Nota 4. = Fig. 2.
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