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coloro che desideravano visitarla che i soli ricchi potevano pretenderlo; quindi il proverbio Non omnibus datum est ire Corinthum. Il luogo di sua dimora era Corinto. Recatasi in Tessaglia, fu ivi uccisa in un tempio di Venere da alcune donne gelose della sua bellezza e della sua celebrità.
Lajo, re di Tebe, marito di Giocasta, e padre di Edipo. (Vedi Edipo).
Laocoonte, figlio di Priamo e di Ecuba, e gran sacerdote di Apollo e di Nettuno. Egli si oppose al partito de' Trojani, i quali volevano introdurre il famoso cavallo di legno dentro la città, rappresentandolo come una macchina, che nascondeva nimini, capace di abbattere le mura di Troja; e per convincerli di tal verità, lanciò una lunga asta nel fianco di quel cavallo. I Trojani incaparbiti nella loro lusinga, non curarono il suo avviso; anzi riguardarono quest'atto come una empietà; soprattutto ove videro uscir dal seno del mare due orribili serpenti, indirizzarsi all'altare, sul quale stava egli sagrificando, gittarsi sopra i suoi due figli Antifato e Timbreo, sbranarli spietatamente; scagliarsi sopra lo stesso Laocoonte che cercava soccorrere i proprj figli, riempirlo di morsicature, ed avviticchiandosi sul di lui corpo sparso di sangue, soffocarlo coi loro tortuosi giri. Questo avvenimento ha dato luogo ad uno de' più bei pezzi di scultura greca che hanno i Francesi. Questo capo d'opera è di Polidoro, Atenodoro, ed Agesandro, tre eccellenti scultori di Rodi, che lo intagliarono in un sol pezzo di marmo; ed in oggi trovasi nella sala de' monumenti antichi a Parigi.