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contentò dapprima di bandirlo; ma vedendo ch'egli vantavasi di averlo disonorato, con un colpo di fulmine lo precipitò nel Tartaro, ove Mercurio, di suo ordine, lo attaccò ad una ruota attorcigliata di serpenti, e destinata a ruotare eternamente.
Istmici, giuochi, che han preso il loro nome dall'istmo di Corinto, ove celebravansi. Furono instituiti da Sisifo in onore di Melicerte, il cui corpo era stato trasportato da un delfino sulla spiaggia dell'istmo. Plutarco ne attribuisce la prima instituzione a Teseo. Costui li consagrò a Nettuno, di cui vantavasi esser figlio qual Dio che prasedeva particolarmente all'istmo.
Questi giuochi celebravansi regolarmente ogni tre anni in tempo di està. Furono riputati così sagri che non si osò farli cessare neppure dopochè Corinto fu distrutta da Mummio; ma si trasferì ai Sicionesi la cura di continuarli. Era così grande il concorso che le sole principali persone della Grecia potevano avervi luogo. In seguito vi furono ammessi i Romani, che li celebravano con tanta pompa ed apparecchio, che oltre agli esercizj ordinarj del corso, del pugilato, della musica e della poesia, vi davano lo spettacolo della caccia, nella quale si esponevano i più rari animali. Ciò che rendeva più celebri questi giuochi è ch'essi servivano di epoca ai Corintj, ed agli abitanti dell'istmo.
I vincitori in questi giuochi erano coronati di rami di pino; dipoi di appio. In seguito si aggiunse alla corona una somma di denaro; che fu fissata a cento dramme corrispondenti a quaranta lire di Francia. I Romani non sì fermarono qui; eglino assegnarono ai vincitori i più ricchi premj.