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suoi figlioli, ed inseguì Ino sino al mare, ov'ella si gittò insieme con Melicerto altro suo figlio.

Inverno, divinità allegorica che presedeva ai ghiaccj ed alle brine. Si rappresenta sotto la figura di un uomo coverto di pezzi di giaccio con capellatura e barba bianca, dormendo in una grotta. Alle volte sotto la figura di una donna assisa presso un gran fuoco, coverta di abiti raddoppiati di pelle di montone; e spesso anche sotto la figura di un vecchio, che tiene un vaso pieno di fuoco.

Io Jo Jo , figlia del fiume Inaco, e d'Ismena. Giove s'innamorò di questa principessa, e per evitare il furore di Giunone, che si era ingelosita di tale intrigo, la coprì di una nuvola, e la trasformò in giovenca. Giunone entrata in sospetto del mistero, si mostrò invaghita della bellezza di questa giovenca, e la chiese a Giove. Il Dio, non avendo osato niegarla per non aumentare i di lei sospetti, la compiacque; ed ella la diede in custodia ad Argo de' cent'occhi (Panopte); ma Giove inviò Mercurio, il quale addormentò Argo, mediante il dolce suono del suo flauto, gli troncò la testa e liberò Jo. Giunone sdegnata spedì un tafano, che tormentò la principessa con acute punture a segno che attraversò a nuoto il mare detto di poi Jonio, si recò nella Illiria, passò il ponte Emo, arrivò in Scizia e nel paese de' Cimmerj; e dopo di essere andata errando per altre regioni, fermossi sulle sponde del Nilo, ove Giove le restituì la sua primiera forma, e n'ebbe Epafo. Qualche tempo dopo, essendo morta, gli Egizj l'eressero degli altari, e le offrirono de' sacrifizj sotto il nome di-