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ta sotto la figura di un giovane coi capelli biondi, con una fiaccola in mano, e coronato di rose. Questa parola significa altresì carme, ossia canto nunziale. Fig. 43
Imetto, monte nell'Attica, celebre per l'abbondanza ed eccellenza del miele che vi si raccoglieva, e per lo culto che vi si rendeva a Giove. Gli Ateniesi credevano che vi fossero delle miniere di oro, custodite da formiche di una straordinaria grandezza, le quali combattevano contro coloro che vi si avvicinavano. Su tale opinione vi si recarono una volta bene armati, ma se ne ritornarono senza avervi niente ritrovato. La loro credulità fu il soggetto della pubblica derisione. I poeti comici non mancarono di metter sulla scena la famosa guerra contro le formiche.
Ino, figlia di Cadmo e di Armonia, sposò in seconde nozze Atamante, re di Tebe, da cui ebbe due figli Dearco e Melicarto. Trattò i figli del primo letto da vera matrigna, e cercò di farli perire, perchè erano destinati a succedere ad Atamante, in esclusione de' figliuoli d'Ino. Per riuscire in questa impresa, ne fece un affare di religione. La città di Tebe era desolata da una fame terribile, della quale pretendesi ch'ella stessa fosse la cagione. In tal pubblica calamità si ricorse agli oracoli. I sacerdoti, corrotti dalla regina, risposero che per far cessare la fame, bisognava immolare agli Dei i figli di Nefele, prima moglie di Atamante. Questi se ne fuggirono, e così schivarono il sagrifizio che volevasi fare delle loro persone. Atamante avendo scoverti i barbari artifizj di sua moglie, fu trasportato dallo sdegno contro di lei a segno che uccise Learco, uno dei