Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
2 |
Gibilterra. Ercole separò queste due montagne, che prima erano unite, per far comunicare il Mediterraneo coll’Oceano. Credendo egli che questo luogo fosse il termine del Mondo, vi fece innalzare due colonne, chiamate poscia le colonne di Ercole, colla iscrizione Niente al di là; affinchè fosse noto alla posterità di aver egli portate fin là le sue conquiste.
Absirto, fratello di Medea. Nell’atto che questa incantatrice fuggiva insieme con Giasone, Absirto la inseguiva. La barbara Medea l’uccise, lo fece in pezzi, e ne sparse le membra qua e là per la strada, affine per trattenere i compagni di Absirto, che lo inseguivano. Agitata quindi da crudeli rimorsi per la morte di suo fratello, si recò insieme con Giasone nella isola di Aea, ove regnava Circe sua zia; e senza farsi conoscere, la pregò di assolverli da un omicidio involontario per mezzo della espiazione, secondo il costume. Circe acconsentì, e gli ammise alla espiazione; ma dipoi avendo scoverto i loro nomi e il loro delitto, li discacciò dalla sua corte. Vedi Giasone. Nota 2.
Acasto, figlio di Pelia re di Tessaglia, fu uno degli Argonauti. Era un famoso cacciatore, abile sopratutto a tirar l’arco. Creteide ovvero Ippolita, sua moglie, divenuta amante di Peleo, e non vedendosi corrisposta, ne fu così irritata che l’accusò a suo marito di aver attentato al suo onore. Acasto, dissimulando il suo risentimento, condusse Peleo a caccia sul monte Pelio, ed ivi lo abbandonò in preda ai Centauri ed alle bestie selvagge. Chirone lo difese centro quei mostri, e Peleo coll’ajuto degli Argonauti, andò a vendicarsi della crudeltà