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trojane, se ne ritornava in Creta, alloraquando sorpreso da una furiosa tempesta, che minacciava vicino il naufragio, fece voto a Nettuno d'immolargli la prima cosa che gli si presenterebbe sul lido di Creta, se gli fosse riuscito di scampare. Cessò la tempesta, ed approdò felicemente al porto, ove suo figlio, avvisato dell'arrivo di suo padre, fu il primo oggetto che gli comparve davanti. Può immaginarsi qual fosse la sua sorpresa ed il suo dolore in vedere il proprio figlio, a pro del quale indarno si allarmarono i sentimenti della natura: un cieco zelo di religione lo trasportò, e già determinò di sacrificare l'innocente figlio al Dio del mare. L'orribile sagrifizio fu già compito. I Cretesi inorriditi per un atto si barbaro del loro re, si sollevarono contro di lui, e o discacciarono dal regno. Fu perciò costretto di ritirarsi nella grand'Espezia, ove fondò Salento. Ivi stabilì le savie leggi di Minosse, e rese felici i sudditi col suo governo.

Idra, serpente del lago di Lerna, mostro nato dalla unione di Tifone con Echidna. Aveva più teste, e taluni le ne attribuiscono sino a cinquanta: rinascevano a misura che si tagliavano, a meno che se applicavasi il fuoco sopra la ferita. Il veleno di questo mostro era così sottile che cagionava irreparabilmente la more. Devastava le compagne, e faceva strage agli armenti, ch'erano intorno al Lago di Lerna. Ercole montò sopra un carro per combatterla, e Jolao lo servì di cocchiero. Un cancro corse in ajuto dell'Idra; ma Ercole schiacciò il cancro, e uccise l'idra. Bagnò indi le sue frecce nel di lei sangue per render mortali le ferite: tali furono quelle fatte a Nesso, a Filottete ed a Chirone. Questo com-

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