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figlia, e raddoppiò le sue istanse presso Ulisse per indurlo a ritornare in Isparta. Ulisse lasciò libera la scelta a Penelope, o di ritornare in casa di suo padre, o di seguirlo in Itaca; ma ella tacque, e bassando gli occhi si ricoprì del suo velo. Icario più non insistette, la lasciò partire, e fece in quel luogo innalzare un altare al Pudore.
Icaro, figlio di Dedalo, detenuto prigioniero in Creta insieme con suo padre per ordine del re Minosse, fuggì insieme con lui mercè di certe ale attaccate con cera, Icaro, dimenticatosi delle instruzioni dategli da suo padre, si elevò molto davvicino al Sole, e quindi liquefattasi la cera delle sue ale, piombò nel mare, che d'allora in poi fu appellato Mare Icario.
Ida, monte dell'asia minore a piè del quale fu fabbricata la famosa Troja. Sopra questo monte Paride pronunziò il suo giudizio sulla contesa delle tre Dee Giunone, Pallade e Venere ed aggiudicò il pomo a questa ultima come la più bella.
Idalia, città della isola di Cipro consagrata a Venere. Vicino a questa città era un bosco sagro onorato spesso dalla presenza di questa Dea. Quivi ella trasportò il giovinetto Ascanio, mentre Cupido, sotto la figura del figlio di Enea, accendeva nel cuore di Didone la face di amore.
Idomeneo, re di Creta, figlio di Deucalione e nipote di Minosse II, recossi all'assedio di Troja con un gran numero di vascelli, e vi si contraddistinse per molte azioni strepitose. Dopo la presa di Troja carico delle spogli