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e facevano un grande strepito di lance e di scudi, affinché non si sentissero i vagiti del pargoletto. Intanto per deludere suo marito, gli diede ad ingojare un ciottolo. Divenuto adulto gli si palesò il segreto della sua nascita, e da quel momento fu riguardato come l’erede di Saturno. Questi informato della esistenza di suo figlio, e sapendo di esser destinato a comandare l’Universo, cercava tutt’i mezzi per farlo perire. Giove, col consiglio di Meti, diede a Saturno una bevanda che gli fece vomitare la pietra e i fanciullini che aveva divorati. Fece lega con i suoi fratelli Nettuno e Plutone, e fece la guerra a Saturno ed ai Titani. Allora fu che i Ciclopi somministrarono a Giove il tuono, il baleno, ed il fulmine, a Plutone un elmo ed a Nettuno un tridente. Armati in tal guisa vinsero Saturno. lo discacciarono dal Cielo; e lo costrinsero a nascondersi nel Lazio.
Giove s’impadronì del trono di suo padre, ed in poco tempo si vide padrone del Ciolo e della Terra. Sposò Giunone sua sorella, e divise co’ suoi fratelli il retaggio paterno. Prese per se il Cielo; diede a Nettuno l’impero delle acque ed a Plutone quello dell’Inferno. Questi di accordo con Pallade e Giunone, e con gli altri Dei tentarono ben presto sottrarsi al suo dominio; ma egli li disfece, e li costrinse a fuggirsene in Egitto, ove presero diverse forme: egli li perseguitò sotto la forma di un montone, e finalmente fece con essi la pace.
Allorchè credeasi tranquillo, i Giganti figli di Titano, pretesero di esser reintegrati ne’ loro dritti; accumularono più monti l’uno sopra l’altro per iscalare il Cielo e discacciarnelo; ma Giove, coll’ajuto di Ercole, fulminò tutt’i Giganti e li schiacciò sotto gli stessi monti.
Dopo questa vittoria non pensò più che a darsi in pre-