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senta la Fortuna assisa in un trono sospeso in aria, e spinto da venti contrarj; tiene in mano una bacchetta magica; la sua fisonomia ha tutt’i caratteri della incostanza, del capriccio, della insolenza e della leggerezza; la ricchezza, la indigenza, il dispotismo e la schiavitù formano il suo corteggio; va dinanzi a lei la sicurezza, per indicare che la Fortuna viene spesso senza essere attesa. fig. 34.

Frisso, figlio di Atamante, re di Tebe, e di Nefele, e fratello di Elle. Ino o Leucotoe, seconda moglie di Atamante, concepì amore per Frisso, il quale si manifestò insensibile alla di lei passione. Costei offesa del di lui disprezzo, lo accusò presso Atamante di aver attentato al di lei onore. Atamante risolse di far morire Frisso. Intanto fu consultato l’oracolo per sapersi il mezzo onde far cessare la fame, o, come altri dicono, la peste, che desolava tutto il regno. L’oracolo rispose che gli Dei non si placherebbero se prima non s’immolassero due persone della real famiglia. Frisso e sua sorella furono destinati ad esser le vittime; ma informati della risoluzione ch’erasi presa, determinarono di fuggire insieme fuori della Grecia. Passarono da Europa in Asia, portati da un montone con vello d’oro. Elle, spaventata dal rumore de’ flutti, cadde, e si annegò in quel luogo, che indi fu appellato Ellesponto. Frisso avendo felicemente compito il suo tragitto, arrivò nella Colchide. Per ubbidire ad un oracolo, sagrificò ivi il suo montone a Giove, ed appese il velo d’oro ad un albero in una foresta consacrata al dio Marte, affidandolo alla custodia di un dragone, che divorava tutti coloro che vi si avvicinavano per rapirlo. In seguito sposò Calcione,