Pagina:Dizionario mitologico ad uso di giovanetti.djvu/154

138

la in Tracia. Tereo, durante il viaggio, avendo concepito un violento amore per lei, congedò tutta la gente di suo seguito, condusse in un antico castello Filomela, ed ivi le usò violenza; agitato quindi dagli atroci rimproveri della sua vittima, le tagliò la lingua, e la lasciò in guardia a persona di sua confidenza. Progne, cui egli diede a credere che sua sorella era morta nel viaggio, pianse Filomela, e le fece innalzare un monumento. Trascorse un anno senzachè la sventurata Filomela avesse potuto informar la sorella della sua disgrazia; finalmente abbozzò sopra certa tela con un ago ciò che l’era accaduto, e lo stato deplorabile in cui trovavasi ridotta. Progne, per vendicarsi, profittò di una festa di Bacco, durante la quale era permesso alle donne di correre attraverso i campi; liberò sua sorella, uccise suo figlio Iti, e fatte cuocerne le membra, le fece imbandire in un banchetto, che diede al suo sposo in occasione della festa. Filomela comparve alla fine del banchetto e gittò sulla tavola la testa del fanciullo. A si orrenda vista Tereo, trasportato dalla rabbia, dimandò le sue armi per uccidere amendue le sorelle; ma queste principesse, prima che Tereo le avesse raggiunte, scapparono, e salite sopra un vascello, posero alla vela, e giunsero in Atene. Ovidio dice che nel fuggire, Filomela fu cangiata in usignuolo, e Progne in rondinella. Tereo, che le perseguitava, videsi anch’egli cangiato in upupa, ed Iti, suo figliuolo, in calderino.

Filottete, figlio di Peano e compagno di Ercole. Questo eroe vedendosi vicino al punto estremo di sua vita, impose a Filottete di rinchiudere seco nella tomba le sue frecce, e gli fece giurare di non palesar giammai ad al-