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la in Tracia. Tereo, durante il viaggio, avendo concepito un violento amore per lei, congedò tutta la gente di suo seguito, condusse in un antico castello Filomela, ed ivi le usò violenza; agitato quindi dagli atroci rimproveri della sua vittima, le tagliò la lingua, e la lasciò in guardia a persona di sua confidenza. Progne, cui egli diede a credere che sua sorella era morta nel viaggio, pianse Filomela, e le fece innalzare un monumento. Trascorse un anno senzachè la sventurata Filomela avesse potuto informar la sorella della sua disgrazia; finalmente abbozzò sopra certa tela con un ago ciò che l’era accaduto, e lo stato deplorabile in cui trovavasi ridotta. Progne, per vendicarsi, profittò di una festa di Bacco, durante la quale era permesso alle donne di correre attraverso i campi; liberò sua sorella, uccise suo figlio Iti, e fatte cuocerne le membra, le fece imbandire in un banchetto, che diede al suo sposo in occasione della festa. Filomela comparve alla fine del banchetto e gittò sulla tavola la testa del fanciullo. A si orrenda vista Tereo, trasportato dalla rabbia, dimandò le sue armi per uccidere amendue le sorelle; ma queste principesse, prima che Tereo le avesse raggiunte, scapparono, e salite sopra un vascello, posero alla vela, e giunsero in Atene. Ovidio dice che nel fuggire, Filomela fu cangiata in usignuolo, e Progne in rondinella. Tereo, che le perseguitava, videsi anch’egli cangiato in upupa, ed Iti, suo figliuolo, in calderino.
Filottete, figlio di Peano e compagno di Ercole. Questo eroe vedendosi vicino al punto estremo di sua vita, impose a Filottete di rinchiudere seco nella tomba le sue frecce, e gli fece giurare di non palesar giammai ad al-