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no a misura del disprezzo d’Ippolito, lo accusò presso il di lui padre di aver attentato al suo onore. Teseo ne fu così offeso ch’espose suo figlio al furore di Nettuno. Un mostro uscì all’istante dal fondo del mare, spaventò i cavalli d’Ippolito, che lo trascinarono attraverso i scogli, ove il carro si fracassò, ed il giovine principe vi perì. Fedra rese il più marcabile testimonio alla di lui innocenza, appiccandosi da se medesima.
Fenice, uccello famoso, di cui gli Egiziani avevano fatta una divinità. Essi lo descrivevano della grandezza di un’aquila con un bel fiocco sulla testa; le penne del collo erano dorate, la coda bianca, e gli occhi scintillanti in guisa di stelle. Questo uccello è unico sopra la terra. Allorchè si accorge di avvicinarsi il termine di sua vita, formasi un nido di legna e di gomme aromatiche, l’espone ai raggi del Sole, e ponendovisi sopra, vi si lascia consumare. Dal midollo delle sue ossa nasce un verme, che forma un’altra Fenice. Dicesi che nasce ne’ deserti dell’Arabia, e che vive fino a cinque o seicento anni. Questo uccello negli antichi monumenti è un simbolo della eternità, e presso i moderni della risurrezione. La opinione della sua esistenza si è sparsa presso molti popoli, i quali attribuiscono ad un certo uccello la proprietà di esser singolare, e di rinascere dalle proprie ceneri.
Fetonte, figlio del Sole e della ninfa Climene. Epafo figlio di Giove, in occasione di una contesa ch’ebbe con Fetonte, gli rimproverò ch’egli non era figlio del Sole, siccome vantavasi. Fetonte irritato, andò a lamentarsene presso Climene sua madre, la quale lo consigliò di