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ne a stabilirsi in Italia presso il monte Aventino. Questo saggio principe vi recò con l’agricoltura l’uso delle lettere; ciò che gli attirò la stima, ed il rispetto de’suoi sudditi. Ricevette in sua casa Ercole, e fu egli il primo ad onorarlo, ancor vivente, come una divinità; gli eresse un altare, ed immolò in onor suo un torello. Virgilio suppone che Evandro vivesse ancora al tempo di Enea; che abbia fatto seco un’alleanza, e lo abbia soccorso con truppe. Evandro dopo la sua morte fu collocato nel numero degl’Immortali, ed ebbe onori divini.


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Fama. I poeti hanno personificato la fama, e ne hanno formato una divinità, che dicono essere la messaggiera di Giove. Camminava notte e giorno, situavasi sopra i luoghi più elevati per pubblicare ogni sorta di novità. Dipingevasi come una Dea di enorme grandezza con cento bocche, cento orecchie, e che teneva grandi ale con penne occhiute. Rappresentavasi anche con una trombetta in bocca montata su di un cavallo alato. Fig. 31.

Faone, giovine di Mitilene nella isola di Lesbo. Accolse un giorno nel suo naviglio la Dea Venere sotto la sembianza di una donna vecchia, e la tragittò con molta prontezza ove volle. Egli non dimandò alcuna mercede per tal servigio; ma Venere in ricompensa gli regalò un vaso di alabastro pieno di profumi, di cui tostochè egli fece uso divenne il più bell’uomo; e quindi fu paz-