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Eumenidi, altramente dette Furie, figlie dell’Inferno. Erano tre, Aletto, Megera e Tesifone. Castigavano nel Tartaro, e flagellavano con serpi e con faci ardenti coloro, che avevano vissuto malamente. Vengono rappresentate col crine intralciato di serpi in vece di capelli, tenendo nelle mani alcuni aspidi e delle fiaccole accese. (Vedi Furie).

Eumeo, intendente degli armenti di Ulisse, e suo confidente. Era figlio del re della isola di Siros. Nella sua infanzia essendo stato preso da alcuni corsali di Fenicia, fu condotto in Itaca, e venduto, come schiavo, a Laerte padre di Ulisse, che dopo di averlo fatto allevare nel suo palazzo, lo destinò alla custodia de’ suoi armenti. Ulisse al suo ritorno da Troja dopo venti anni di assenza, portossi a dirittura a casa di Eumeo, e coll’ajuto di questo suo famigliare, riuscì a sterminare gli amanti di Penelope.

Eurialo, figlio di Ofelte; guerriero trojano, di una rara bellezza, amato teneramente da Niso, altro giovine trojano. Questi due amici guerrieri non si separavano mai ne’ combattimenti. Dopo la presa di Troja, entrambi seguirono Enea. Ne’ giuochi dati da questo principe in onore di Anchise, Eurialo fu debitore del premio della corsa alla scaltrezza di Niso, il quale, essendosi lasciato cadere a bella posta innanzi a Salio, lo rovesciò, e così diede tempo all’amico di arrivare il primo alla meta. In Italia Niso concepì il disegno di fare una irruzione nel campo de’ Latini. Eurialo volle divider seco la gloria di questa pericolosa impresa. La fortuna secondò i primi loro sforzi; ma essendo stati investiti da un distac-