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tuati per lo più fuori la città, per esser guariti delle loro malattie: vi passavano per l’ordinario tutta la notte, ed allorquando ricevevano qualche sollievo, vi lasciavano delle immagini rappresentanti le parti del corpo ch’erano state guarite. Fig. 29.
Esione, figlia di Laomedonte re di Troja. Questo re aveva convenuto con Nettuno ed Apollo di pagar loro una certa somma di denaro, purchè lo ajutassero a fabbricare le mura di Troja. Compita l’opra, Laomedonte non adempì la promessa. Apollo perseguitò il paese colla peste; e Nettuno, dopo una terribile inondazione, fece uscire un mostro marino, che ingojava gli abitanti della spiaggia. I Trojani consultarono l’oracolo, il quale rispose, che per esser liberati dalle loro afflizioni, doveasi riparare la ingiuria fatta agli Dei con esporre al mostro uno de’ loro figliuoli da estrarsi a sorte. Furono descritti i nomi di tutti, e messi in una urna. La sorte cadde sopra Esione, figlia di Laomedonte. Questa principessa era già incatenata ed esposta nel lido del mare per esser divorata dal mostro, allorchè scese ivi a terra Ercole insieme coi suoi compagni Argonauti. L’eroe avendo inteso da Esione stessa il di lei infortunio, spezzò le catene ond’era cinta, ed entrato ben tosto nella città, promise al re di uccidere il mostro. Commosso il re da questa generosa offerta, gli offrì, in ricompensa, i suoi cavalli invincibili, e così agili che correvano sopra la acque; e permise altresì ad Esione di seguire il suo liberatore. Questa principessa, temendo di non esser di nuovo esposta dai Troiani, nel caso che comparisse il mostro, consentì a seguir Ercole, che se ne innamorò; ma perchè doveva andare prima in