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Finalmente l’ultima impresa di Ercole fu la sua discesa nell’Inferno per liberarne Teseo. Costui insieme con Piritoo eravi disceso per condurne via Proserpina, moglie di Plutone; ma l’effetto non corrispose al loro temerario ardire. Cerbero si avventò sopra Piritoo e lo strangolò: Teseo fu caricato di catene, e detenuto prigioniero. Dicono altri, che Teseo, per ordine di Plutone, fu legato ad un sasso, e vi fu tenuto finchè Ercole, spedito da Euristeo, venne a liberarnelo. Egli stava così strettamente attaccato a quel sasso che vi dovette lasciar la sua pelle.
Oltre a queste dodici fatiche, attribuisconsi ad Ercole molte altre famose imprese. Tale fu quella allorchè, per disgravare Atlante, sostenne sul proprio dosso, per qualche tempo, il Cielo. Sterminò i centauri; uccise Busiride, Anteo, Ippocoonte, Eurito, Erice, Lico, Caco e molti altri assassini o tiranni. Strappò Cerbero dall’Inferno; ne liberò Alceste, che restituì a suo marito Admeto. Uccise l’aquila, che pascevasi del fegato di Prometeo legato sulla sommità del monte Caucaso. Uccise il mostro marino, cui era stata esposta Esione, figliuola di Laomedonte; e per punire in seguito lo stesso Laomedonte, che gli niegò i cavalli promessigli, rovesciò le mura di Troja, e diede Esione a Telamone. Separò le due montagne Calpe ed Abila, appellate dipoi le Colonne d’Ercole. Vinse Erice alla lotta. Combattè contro il fiume Acheloo, e gli svelse un corno. Per vendicarsi delle continue persecuzioni di Giunone, le lanciò una freccia a tre punte, e la ferì nel seno, per la quale sentì ella dolori acutissimi. Ferì Plutone con un colpo di freccia sulla spalla; ciò che obbligò questo Dio a recarsi in Cielo per farsi guarire dal me-