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sagrata, e coronavasi de' rami di quest'albero, intralciati di serpenti. Era ella indicata dal numero tre. I cani che le si offrivano in sagrifizio, dovevano esser neri, e le s'immolavano nel centro della notte. fig.26.

Ecatombe, sagrifizio di cento vittime, propriamente di cento buoi; ma può intendersi di qualunque sagrifizio di cento animali della medesima specie, come di cento leoni, o di cento aquile, ch'era il sagrifizio imperiale. Questo sagrifizio facevasi nel medesimo tempo da cento sagrificatori sopra cento altari fabbricati di zolle di terra con cespugli, ed offrivasi ne' casi straordinarj, così felici che avversi. La più celebre Ecatombe fu quella, che Pitagora offrì, in rendimento di grazie, agli Dei, per aver trovato la dimostrazione del quadrato della ipotenusa: ma credesi da taluni, che i cento buoi fossero di pasta, non permettendo il suo sistema d'immolarsi animali viventi.

Echidna, figlia di Crisaore e di Calliroe, mostro metà donna, e metà serpente, madre di Cerbero, della Idra di Lerna, della Chimera, della Sfinge e del Leone di Nemea. Gli Dei la tenevano rinserrata in una caverna della Siria.

Eco, figlia dell'Aria e della Terra, ninfa seguace di Giunone. Servì Giove ne' suoi amori, trattenendo la gelosa Dea in piacevoli e lunghi racconti, mentre il Nume divertivasi colle sue favorite. Giunone essendosi finalmente avveduta del di lei artifizio, ne la punì, condannandola a non più parlare, senza che prima fosse interrogata e a non rispondere che in poche parole alle