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tito da un oracolo, che gli aveva predetto di dover essere ucciso da un suo genero; o verisimilmente perchè si lusingava di fare delle parentele più utili a suoi interessi, se ne fuggì dall’Egitto in unione della sua famiglia, e ritirossi a Rodi, indi ad Argo, di cui divenne re. Egitto geloso dell’ingrandimento, che suo fratello avrebbe ricevuto dalle parentele di cinquanta generi scelti fra i principi della Grecia, inviò i suoi figli ad Argo alla testa di una poderosa armata, per dimandar le nozze delle loro cugine-germane. Danao, troppo debole per resistere alla loro forza, acconsentì; ma sotto la legge del segreto incaricò le sue figlie che nella notte delle loro nozze, ciascuna si armasse di un pugnale, nascondendolo sotto la veste, ed in un medesimo tempo uccidesse il proprio marito. Il progetto fu eseguito da tutte, fuorchè da Ipermnestra, che salvò suo marito Linceo. Giove, per punire la crudeltà di queste spose, le condannò a versare dell’acqua eternamente in una botte forata.

Dardano, figlio di Giove e di Elettra, figlia di Atlante. Avendo ucciso suo fratello Jasio, ovvero Giasio, fu costretto a fuggire dall’isola di Creta, altri dicono da Italia, donde passò in Asia, ed ivi fabbricò una città, cui diede il nome di Dardania, che dipoi divenne la celebre Troja. Nota 37.

Dattili Idei, ovvero Coribanti o Cureti. Gli uni erano figli del Sole di Minerva, gli altri di Saturno e di Alciope. Giove fu posto tra le loro mani, per essere allevato; ed eglino colle loro strepitose danze, impedirono che le grida del Dio fanciullino non pervenissero