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1515 laureola | lavo 1516 |
il Laurentino. c) (poet.) Laurentĭus, a, um, laurenzio.
laurĕŏla (lōreola), ae, f. (dimin. di laurea, lorea, V. laureus), piccola corona d’alloro (decorazione del trionfatore), negotium, quod est ad laureolam (= trionfo) satis, Cic. ep. 2, 10, 2. — Proverb., V. mustaceum.
Laurĕŏlus, i, m., Laureolo, famoso ladrone, il quale alla fine fu messo in croce e quivi lasciato in preda alle fiere, eroe d’una rappresentazione scenica del mimografo Catullo.
laurētum, i, n. (laurus), laureto, boschetto d’allori, Suet. Galb. 1.
laurĕus, a, um (laurus), laureo, di lauro, d’alloro, I) agg.: folia, Cato: oleum, Plin..: corona, corona d’alloro, Cic. (V. qui appresso laurea). II) sost., laurea {plebeo, lorea), ae, f., 1) lauro, alloro, Liv. ed a. 2) laurea, corona d’alloro, ramo d’alloro, a) come ornamento delle immagini degli antenati, degli annunzi di vittoria, ecc., come decorazione dei trionfatori, i quali tenevano anche un ramo d’alloro nelle mani; ma partic. come ornamento del capo di Apollo (perchè l’alloro era sacro a quel dio) e dei poeti, decemviri laurea coronati, Liv.: lauream Capitolino Jovi referre, Suet.: laurea donandus Apollinare Hor. b) meton., alloro == trionfo, vittoria, laureae cupidus, Cic.: quam lauream cum tua laudatione conferrem, Cic.: lauream deportare, Tac.
laurĭcŏmus, a, um (laurus e coma), lauricomo, frondeggiante d’alloro, UlOns, Luci’. 6, 152. lauriger, gera, gerum (laurus e gero), coronato, ornato, cinto d’alloro, Ov. ed a. laurus, i, f., lauro, alloro, sacro ad Apollo, il cui tempio era spesso circondato da boschetti di lauri (quindi Clarii laurus sentire, lo stormire di lauri intorno al tempio di Apollo Clario, Verg.): i suoi rami ornavano il capo di Apollo e dei poeti, Hor. ed a.: e dei flamini in determinate feste, Ov.: parim. nelle feste e in lieti avvenimenti se ne ornavano i ritratti dei genitori e degli avi, Cic: lo stesso delle case, Tac: partic. come segno di vittoria nei trionfi, dove il trionfatore aveva il capo incoronato d’un ramo d’alloro e teneva in mano mi altro ramo d’alloro; i fasci dei littori erano cir condati d’alloro, ecc., Cic ed a. — quindi meton., laurus = laurea, come alloro, laurea, corona d’alloro, ramo d’alloro e quindi = trionfo e vittoria, Cic: Partitica, Plin. pan. — Secondo la 4 a declinaz., obi. sing. spesso lauru: nom. plur. laurus: acc. plur. laurus: voc. plur. laurus, Ov. fast. 4, 953. laus, laudis, f., lode, stima che gode chi ha meriti, onore, gloria, approvazione (contr. vituperatio, crimen, culpa), I)pi-opr.: reimilitaris, pei meriti acquistati nella guerra, Nep.: doctrinae, Cic: in laude vivere, Cic: laudemsibi parere, Cic: alcjs laudes dicere, cantar le lodi di ale, Verg.: e così laudetn victorum canere, Phaedr.: hoc in tua laude pono, ti ascrivo a lode, Cic: laudem habere, aver lode, esser lodevole, Cic: non laudem habet de me, non si può gloriare di me, Ov.: laus est, è una lode, è cosa lodevole, seg. dalV inSn.,Hor.: parim. est laudibus, seg. dalVinfin., Sem: e laudi ducitur alci (toma a lode di ale), seg. daU’inftn., Nep.: plur. laudes, lodi, elogio, panegirico (contr. vituperationes), Cic: habere laudes de alqo, far un discorso lodativo, un panegirico, Cic:laudes et grates alci agere, lodare e ringraziare ale, Liv. II) trasl., lode = azione, fatto, impresa lodevole,’ merito, pregio, gloriosa attività, partic. alplur., abundans bellicis laudibus, Cic: gloriam laudum adamare, Cic laute, avv. (lautus), pulitamente, IJ magnificamente, splendidam., lantani., sontuosam., decorosam., vivere, Nep.: lautius res domesticas tueri, Cic II) trasl., bravamente, I egrresr«a»icrt«e,lautissime alqm emungere, Poèta in Cic: facete! lepide! laute! Ter. laiitia, òrum, n., ospitalità, che si dava in Roma ad inviati stranieri o ad altri ospiti illustri in segno di onore e a pubbliche spese, e consisteva nel provveder loro la tavola, i bagni, ecc., locus lautiaque, Liv.: aedes liberae loca lautia, Liv. lautitia, ae, f. (lautus), comun. alplur., lautezza, sontuosità nel modo di vivere, Cic ed a.: delle case e del loro mobiglio, Suet. Lautulae (Lautolae), àrum, f. (dal&vo, dunque = 6epn-ai, terme), lautuia, borgo dei Volsci nel Latium Novtim, tra Anxur e Fundi. laluniiae i intorniaci, àrum, f. (ÀaxofjLtat), cave di pietra, latomie, trasformate in prigioni a cielo scoperto, in Siracusa, lautumiae Syracusanae, Cic Verr. 5, 68: e in Roma, Liv. 26, 27, 3: career lautumiarum, Liv. 32, 26, 17. lautus, a, um, part. agg. (lavo), pulito, I) netto, lauto, sontuoso, splendido, supellex, Cic: cena lautissima, Plin. ep. II) decoroso, ragguardevole, nobile, delicato [contr. sordidus), patrimonium, Cic: civitas, Cic: homines lauti et urbani, Cic: valde jam lautus es, sei già eccessivamente ragguardevole, V intuoni troppo alta, Cic: lautiores liberti, Cic: di e. astr., ricco, onorevole, glorioso, negotium, Cic: lautior liberalitas, Cic lavabriiiii, i, n. (lavo) = labrum, vasca, tinozza da bagno, Lucr. 6, 799 lavàcrum, i, n. (lavo), lavacro, bagno, Aur. Vict. ed a. lavati O, Ònis, f. (lavo), I) il lavare, bagnare, bagno, Cic ed a. II) meton.: 1) vaso da bagno, argentea, Phaedr. 4, 5, 22. 2) bagno = acqua del bagno, Cic ep. 9, 5, 3. Lavorila, ae, f., taverna, dea protettrice del guadagno (giusto ed ingiusto), quindi anche dei ladri e truffatori, Hor. ep. 1, 16, 60. Lavcrniuiii, ti, n., Zavemìo, luogo del i resto sconosciuto nel Latium Novum, nelle vicinanze di Formia, dove P. Scipione Afri cano aveva un podere. Lavici, Làvicanus, V. Labici. Lavinia, ae, f., Zavinia, figlia di Latino, moglie di Enea. La vinili in, ti, n., Lavinio, città del Lazio, fondata da Enea e così chiamata in onore di Lavinia sua moglie; oggi Pratica. — Deriv.: LàvTiiTus, a, um, lavinio, lavo, lavi, lautum (inv.di la vitum), partic.