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705 Damocles | Daunus 706 |
off. 3, 23. Liv. 4, 53, 7; 7, 4, 2: però anche in gen. Plin. pan. 35, 3 (contr. praemium).
Dāmŏclēs, is, m. (Δαμοκλῆς), cortigiano e confidente di Dionisio il vecchio di Sicilia, il quale volle provare quanto fosse felice la vita del tiranno, ch’egli riteneva così bella: il tiranno lo invitò a prendere il suo posto e gli fece sospendere sopra il capo una spada affilata attaccata con un capello.
Dāmōn, ōnis, m. (Δάμον), I) pitagoreo, celebre per la sua amicizia con Finzia. II) celebre musico ateniese, maestro di Socrate.
dampnum, V. damnum.
Dănăē, es, f. (Δανάη), figlia di Acrisio, madre di Perseo, figlio di Giove: chiusa in una torre dal padre (per la predizione che a lui sarebbe stata tolta la vita dal nipote) ebbe da Giove, cambiato in pioggia d’oro, il figlio Perseo. — Secondo la leggenda italica, Danae venne in Italia, fondò Ardea, sposò Pilumno ed ebbe da lui il figlio Dauno, progenitore di Turno. — Deriv.: Dănăēĭus, a, um, danaeo, figlio di Danae, heros, Perseo, Ov.: Persis (così chiamato da Perse, figlio di Perseo e capostipite dei Persiani), Ov.
Dănăus, i, m. (Δαναός), figlio di Beleo, fratello gemello di Egitto, padre di cinquanta figlie, fuggì dall’Egitto nella Grecia, ove fondò il regno d’Argo; quindi agmen Danai == Danaides, Ov.: parimenti Danai genus infame, Hor.: Danai puellae, Hor.: Danai proles, Tibull.: Danai femina turba, Prop. — Deriv.: A) Dănăĭdes, um, f. (Δαναίδες), le Danaidi, le cinquanta figlie di Danao, le quali sposatono i cinquanta figli di Egitto e per comando di loro padre nella prima notte di matrimonio uccisero i loro mariti, tranne Ipermnestra, che conservò in vita il marito Linceo. B) Dănăus, a, um, appartenente a Danao, quindi nei poeti meton. == argivo o greco, Prop., Ov. ed a.: partic. plur. sost., Danai, ōrum e ûm, m., i Danai == Argivi o Greci (partic. quelli sotto Troia).
Dānŭbĭus e Dānŭvĭus, ĭi, m., Danubio (e precisamente il suo corso superiore [dalla sorgente sino alla cascata presso Orsova]); il corso inferiore fino alla foce si diceva Hister; (usato nei poeti per Danubio, senza distinzione di corso super. od inf.).
Daphnē, ēs, f. (δάφνη, lauro) I) figlia del dio fluviale Peneo, trasformata in alloro, II) villaggio vicinissimo ad Antiochia (probabilmente suo suburbio) nella Siria, con un boschetto di lauro ed un tempio dedicato ad Apollo e a Diana: quasi un sobborgo di Antiochia; oggi probabilmente Babyla, distante 7 miglia inglesi da Antakia. — Deriv.: Daphnenses, ĭum, m., gli abitanti di Dafne, i Dafnesi.
Daphnis, nĭdis, acc. nim, voc. ni, m. (Δάφνις), figlio di Mercurio, bello e giovane pastore della Sicilia, inventore deila poesia bucolica, perciò amato da Pane.
daps, dăpis, f. (da connettersi con δαπάνη e δαΐς), vivanda, cibo (come ogg. di banchetto, convito festivo), I) banchetto festivo, a scopo religioso, banchetto dei sacrifizi (orig. nell’epoca della seminagione d’inverno e di primavera, in seguito anche usata come ricordo di separazioni, ecc.), al sing. e plur., Liv., Hor. ed a. II) ogni convito, banchetto festivo, al sing. e plur., Catull., Hor. ed a.
dapsĭlĕ, avv. (δάψιλῶς), copiosamente, abbondantemente, Pompon. com. e Suet.
Dardănus, i, m. (Δάρδανος), figlio di Giove e di Elettra d’Arcadia, fondatore della città di Dardania nella Troade, progenitore della casa regnante in Troia, quindi anche dei Romani (discesi da Enea). — Deriv.: A) Dardănĭdēs, ae, m. (Δαρδανίδης), Dardanide, Ilius, Ov.: assol. == Enea, Verg.: al plur. Troiano, Verg. B) Dardănis, nĭdis, acc. plur. nĭdas, f. (Δαρδανίς), dardanide, poet. == troiano, Ov.: Creusa (discend. dai Troiani), Mart.: assol. == Creusa, Verg. C) Dardănĭus, a, um (Δαρδάνιος), dardanio, poet. == troiano, gens, Verg.: advena, Paride, Ov.: senex, Priamo, Ov.: dux, Enea, Ov.: carinae, Verg., ovv. pinus, Ov., nave di Enea: vates, Eleno, Ov.: Iulus (figlio di Enea), Ov.: Roma, Ov.: sost., Dardănĭa, ae, f. (Δαρδανία), α) la città di Dardania sull’Ellesponto a SO. di Abido, fondata da Dardano, Ov. trist. 1, 10, 25. β) poet. == Troia, Verg., Ov. ed a. D) Dardănus, a, um, dardanico, poet. == troiano, puppis, di Enea, Verg.: gens, Hor. — sost. Dardăni, ōrum, m. (Δάρδανοι), popolaz. dell'alta Mesia, nell'odierna Serbia.
Dărēs, rētis, acc. rētem e poet. rēta o rēn, m. (Δάρης), uno dei compagni di Enea, destro nel combattere coi cesti.
Dārēus (Dārīus), i, m. (Δαρεῖος), nome di parecchi re persiani. A) D. Hystaspis, noto per la sconfitta ricevuta dai Greci a Maratona (490 av. Cr.), morto nel 485 av. Cr. B) D. Ochus ovv. Nothus, padre di Artaserse e Ciro minore, morto nel 404 av. Cr. C) D. Codomanus, l’ultimo re persiano, vinto da Alessandro il Grande; morto nel luglio del 330 av. Cr.
dătĭo, ōnis, f. (do), I) il dare, il consegnare, e sim., Cic. ed a. II) il cedere il diritto di un possesso, diritto dî espropriazione, Liv. 39, 19, 5.
Dātis, tĭdis, acc. tim, m. (Δᾶτις), medo, generale del re persiano Dario d’Istaspe, sconfitto dagli Ateniesi insieme con Artaferne, nei piani di Maratona.
dătīvus, a, um, appartenente al dare, dat. casus od assol., dativus, i, m., dativo, Quint. ed a. Gramm. (detto casus dandi in Varr. LL.).
dătŏr, ōris, m. (do), datore, Plaut. e Verg.
Daulis, lĭdis, acc. lĭda, f. (Δαυλίς), città della Focide, situata su un’altura e ben difesa ; nota pel mito di Tereo, Progne e Filomela; oggi Daulia. — Deriv.: Daulĭăs, ădis, f. (Δαυλιάς), di Daulia, ales D., Progne, Ov.: assol., Daulias, la Daulia, Catull.: Dauliades puellae, Progne e Filomela, Verg.
Daunus, i, m., re mitico di una parte dell’Apulia (pel quale essa si chiamò Apulia Daunia), padre (o progenitore) di Turno re dei Rutuli), suocero di Diomede. — Deriv.: A) Daunĭus, a, um, daunio, heros, Turno, Verg.: gens, i Rutuli, Verg.: caedes, dei Romani, Hor.: Camena, Hor. B) Daunĭăs, ădis, f., il territorio della Daunia, poet. per Apulia.
Georges-Calonghi, Dizionario latino-italiano. | 23 |