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Sen. ep. 8, 8. II) trasl., tragico, elevato, altiero, deae, Ov.: Lycophron, Ov.

cothurnus, i, m. (xódopvoc), calzare greco a suola spessa, il quale copriva tutto il piede; dietro giungeva sino alla metà della gamba e sul davanti veniva allacciato con delle correggie (comun. rosse), coturno, I) come calzare dei cacciatori, coturno per la caccia, stivale da caccia, Verg. ecl. 7, 32 e Aen. 1, 337. II) come calzare degli attori tragici (in parti da uomo e da donna), e di altre persone che si presentavano in abito da tragedia, coturno (mentre il soccus basso era il calzare degli attori comici), Cic. ed a. Meton. (contr. soccus): a) tragedia, Hor. art. poët. 80. b) stile elevato, tragico, Hor. e Quint.

cotidianus, (cottidianus), a, um (cotidie, cottidie), I) quotidiano, giornaliero, interpres, Caes.: vita, Cic.: sermo, Cic. - avv., cotidiano, Cic. II) trasl., quotidiano, giornaliero, di tutti i giorni, comune, solito, formae, Ter.: verba, Cic.: interdictum, Cic.

cotidie, (cottidie), avv. (quot e dies), quotidianamente, giornalmente, Ter., Cic. ed a.

Cottius, i, m., Cozio, nome di due re che dominarono sopra varie popolazioni Liguri nelle Alpi da essi nominate Cozie, cioè del padre, contemporaneo ed amico di Augusto, e del figlio, dopo la morte del quale il paese fu ridotto da Nerone in provincia romana. -Deriv.: Cottianus e Cottius, a, um, Cozio, Alpes, Alpi Cozie (da Eborodunum [ora Embrun] a Segusium [ora Susa]), Tac. hist. 1, 61 e 87.

coturnatus, V. cothurnatus.

coturnix, nicis, coturnice (uccello), Ov., Plin. ed a.

coturnus, V. cothurnus.

Cotys, tyis, acc. tyn, m. (Kótus), e lat. puro, Cotus, i, m., nome di principi della Tracia, I) Cotus I, signore delle contrade della costa tracia (382-556 av. Cr.), prima amico, quindi nemico degli Ateniesi, genero di Ificrate (dal 364 av. Cr.). II) Cotus II, figlio di Seute, re degli Odrisi, alleato di Perseo nella guerra coi Romani. III) Cotas III, re degli Odrisi, alleato di Pompeo nella guerra civile.

Cotyto, us, f. (Kotutú), Cotito, divinità d’origine tracia, il cui culto segreto, tanto in Grecia (partic. in Atene e Corinto) quanto in Roma, simile a quello di Cibele, dava occasione alle più sfrenate libidini. Deriv.: Cõtytia, orum, n. (KoTÚTia), culto o festa di Cotito.

Cous, i, f. e Cõus, a, um, V. Coos. covinnárius (covinarius), i, m. (covinnus), combattente di sopra un carro falcato, Tac. Agr. 35 e 36.

covinnus, (covinus), i, m. (parola celtica), carro falcato, come carro di guerra dei Belgi e Britanni, Mela ed a.

coxa, ae, f. (propr. coc-sa, da connettersi con xoxúvn), coscia, anca, Plin. ed a.

coxendix, dicis, f. (coxa), osso dell’anca, e generic., anca, coscia, Suet. ed a.

Crabra, o aqua Crabra, fiumicello, ora Maranella, che nasce nei dintorni di Tuscolo e si divide in due rami, di cui il maggiore sbocca nell’Aniene, il minore, attraversando Roma, nel Tevere.

crabro, ōnis, m., calabrone, Verg., Plin. ed a. prov., irritare crabrones, metter il dito nel vespaio, Plaut. Amph. 707.

Cranōn, (Crannōn), ōnis, acc., anche ōna, f. (Kpavóv, comum. Kpavvóv), Crannone, città della Pelasgiotide nella Tessaglia ad E., o secondo altri a S.E. di Larissa, ora Sarliki, secondo altri Tzeres. Deriv.: Crănonius (Kpavovlog), a, um, di Cranone.

Crantor, oris, m. (Kpávtwp), I) secondo il mito, scudiere di Peleo. II) uno dei più distinti filosofi dell’antica Accademia, la quale fini, si può dire, con lui.

crapula, ae, f. (xpanády), crapula, stravizzo, ubbriachezza, Cic. ed a.: edormire crapulam, Cic.

crās, avv., domani (contr. hodie), Cic. ed a.- poet. trasl., in gen. in avvenire, Hor. ed a.

crasse, avv. con compar. (crassus), grossamente, densamente, fittamente, I) propr.: cr. picari vasa, Col. II) trasl., rozzamente, grossolanamente, poema cr. compositum, messo insieme rozzamente, Hor.: cr. intelligere alqd, solo in grosso (= senza intendere per bene, nelle minuzie), Sen.

crassesco, ĕre (crassus), ingrossare, diventar fitto, denso; ingrassare, Sen. ed a.

Crassianus, a, um, V. Crassus.

crassitudo, dinis, f. (crassus), densità, grossezza, spessezza, aëris, Cic.: parietum, Caes.

1. crassus, a, um, grosso, I) in gen., grosso, spesso (contr. latus, longus), nucleus crassus sex digitos, Plin.: arbores crassiores digitos quinque, Cato. II) in oppos. al sottile, fino, magro, grosso, denso, spesso, fitto, grasso (contr. tenuis, rarus, liquidus ed a.), A) propr.: a) di sogg. materiali: aër, caelum, Cic.: tenebrae, Cic.: aquae, dense, melmose, Ov.: filum, Cic.: toga, di filo grosso, grossolana, Hor.: ager, grasso, Cic.: neutr. sost., si quid crassi (in vinis) est, Hor. b) di pers., grasso, Ter. Hec. 440. B) trasl.: crassa Minervā, di mente grossa, di tardo intendimento, d’ingegno crasso, Hor.: così crassiore Musa, Quint. Deriv.:

2. Crassus, i, m., cognome della gens Licinia. V. Licinius. - Deriv.: Crassianus, a, um, del (triumviro) Crasso. crastinus, a, um (cras), crastino, di domani, del di seguente (contr. hodiernus), dies, Cic.: Aurora, Verg.: sost., crastinum, i, n., il giorno vegnente, crastini neglegens, Sen.: ex crastino pendere, Sen.: in crastinum, all’indomani, Cic.

Crataeis, idis, f. (Kparalis), ninfa, madre di Scilla.

crater, ēris, acc. sing. era, acc. plur. ēras, m., e forma latinizzata cratēra, ae, f. (xpaTip), I) vaso da mescere, cratere, coppa, tazza, per mescolare il vino coll’acqua, Verg. ed a.: la forma cratera in Cic. ed a. II) trasl.: 1) vaso per l’olio, Verg. Aen. 6, 225. 2) catino d’acqua, bacino, Plin. ep. 5, 6, 23. 3) apertura vulcanica, crepaccio, voragine, Ov. e Plin.: partic. bocca, cratere di un vulcano, Lucr. e