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di monti vicino al lago Trasimeno, ora detti Gualandra: plur. sost., Cortonenses, ium, m., abit. di Cortona, Cortonesi.

corulus, corylus (V.).

cõrus, V. caurus.

corusco, are (da connettersi con xopúoow), I) cozzare colle corna (greco xɛpatiCetv), satiati agni ludunt blandeque coruscant, Lucr.: caput opponis cum eo coruscans, Cic. fr. II) di movimento rapido, simile a lampo: A) tr.= muovere rapidamente qua e là, vibrare, linguas (di serpenti), Ov.: hastam, telum, Verg. B) intr.: muoversi rapidamente, simile a lampo, tremando: a) generic.: coruscant (apes) pennis, ronzano, Verg. b) di ogg.splendenti, corruscare, balenare, lampeggiare, splendere, Verg. ed a.

coruscus, a, um (corusco nº II), I) che vibra rapidamente, tremulo, Verg. II) corrusco (delle fiamme, ecc.), lampeggiante, risplendente (di corpi splendenti), Verg. e Hor.

corvus, i, m. (xópa), corvo, I) propr.: loquax, Ov.: oscen, Hor.: corvi cantus, crocidare, Cic. Come uccello di augurio, sacro ad Apollo, Ov.: il suo volo o il crocidare (corvi cantus) a destra significavano felicità, Cic. prov., in cruce pascere corvos, servir di pasto ai corvi (degli impiccati), Hor. ep. 1, 16, 48. II) meton., per la somiglianza col becco di un corvo chiamavasi corvus una lunga spranga con davanti un uncino (uncus) come macchina da guerra, specie di ariete, Curt. 4, 2 (9), 12.

Corybas, antis, m. (Kopúßac), I) comun. al plur. Corybantes, sacerdoti di Cibele, ch’essi onoravano con musica assordante e con rozze danze pirriche, che eseguivano come invasati; più tardi identificati coi Curetes (V.). Deriv.: Corybantius, a, um (Kopußávuos), dei Coribanti, II) figlio di Cibele, padre di Apollo. 1. Corycius, a. um (Kwpúxos), appartenente ad una grotta (Kwpúxov avtpov) dedicata alle Ninfe e a Pane, situata sul pendio meridion. del Parnaso, Coricio, poet. = del Parnaso. Deriv.: Corycides, Nymphae (Kwpuxides’, figlie di Plisto.

2. Corycius, a, um, V. Corycos nº 1.

Corýcos, e-us, i, f. (Kupuxoc), I) città con un porto nella Cilicia, tra le foci del Lamo e del Calicadno, nelle cui vicinanze si trovavano un promontorio dello stesso nome, ed una valle profonda (specus Corycius), circondata da orrende rupi, in cui cresceva il miglior zafferano, con una spelonca (antrum Corycium), la quale ha parte nel mito di Tifone, ora Kurku o Korghos. - Deriv.: Corycius, a, um (Kwpóxtog), di Corico, Coricio; poet. Cilicio, II) m., alto promontorio sulla costa della Jonia, sulla punta S.O. della penisola Eritrea, ancora adesso Koraka o Kurko; detto anche Corycum o Coryceon promunturium, sopra un porto dello stesso nome (Corycus). III) f., città della Panfilia, non lungi da Faselide e dal monte Olimpo.

corýcus, i, m. (xwpuxos), grande sacco di cuoio ripieno di semi di fichi, farina e sabbia, il quale veniva afferrato colle maniTesto in apice dagli atleti, e per esercitar la loro forza, lanciato qua e là, fig., corycus laterum et vocis meae, Bestia, Bestia, pel quale (nella cui difesa) il mio petto e la mia voce, come con un corycus, han provato la lor forza, Cic. Phil. 13, 26.

corýletum, i, n. (corylus), boschetto di nocciuoli, Ov. fast. 2, 587.

corylus, (cărulus), i, f. (*xópulos), nocciuolo, avellano, Verg. e Ov.

corymbifer, fera, férum (corymbus e fero), coronato di grappoli d’ellera, Bacchus, Ov. fast. 1, 393.

corymbus, i, m. (xópupßos), corimbo, frutti in forma di grappolo, grappolo d’ellera, Verg. e Plin.

coryphaeus, i, m. (xopuçaios), corifeo =direttore, capo d’un partito (lat. puro, princeps), Cic. de nat. deor. 1, 59.

Corythus, i, (Kópubos), I) f., città del l’Etruria, più tardi detta Cortona (V.), II) m., il fondatore mitico di questa città.

corýtus, o -ōs (gorytus), i, m. (ywputos). turcasso, faretra, cor., Ov. trist. 5, 7, 15 (acc. -on); gorytus, Verg. Aen. 10, 169.

1. cos, cötis, f. (propr. caus, da cautes), ogni pietra dura, selce, I) in gen., solt. plur., cotes, sassi, scogli, Cic. ed a. II) partic., cote, pietra da affilare, novacula cotem discindere, Cic. e Liv.: acuere sagittas cote, Hor.: fig., ipsam iracundiam fortitudinis quasi cotem esse, Cic. 2. Cos, isola, V. Coos.

Cosa, ae, f. (Kóooa) e Cosae, ārum, f. (Kócoal), I) antica città etrusca, colonizzata da Roma, posta sopra un alto colle dietro ad un promontorio con un buon porto (portus Cosanus), ora rovine presso Orbetello (in Toscana) ed il promont. ora Monte Argentaro; il porto ora Porto d’Ercole. -Deriv.: Cosānus, a, um, di Cosa; sost., in Cosano, nel territorio di Cosa; e plur., Cosani, ōrum, m., cittadini di Cosa, II) città della Lucania, nel territorio dei Turini, Caes. b. c. 3, 22, 2.

cosmoe, ōrum, m. (xóopot), cosmoi, alta carica di Stato dei Cretesi, formata di dieci membri, da paragonarsi agli arconti, Cic. de rep. 2, 58.

Cossyra, (Cosyra) e Cossura (Cosūra), ae, f. (Kócoupa), isoletta tra la Sicilia e l’Africa, ora Pantellaria.

costa, ae, f., I) costa, costola, c. ima, media, summa, Cels.: costae aselli, Verg.: per costas ferrum eminet, Liv. II) trasl., costae, costole = pareti laterali a guisa di coste, aëni, Verg.: navium, Plin.

costum, i, n., arbusto dell’India, dalla cui radice si estraeva un unguento prezioso, costo, Hor., Plin. ed a.

Cosura, o Cosýra, V. Cossyra.

Cothon, ōnis, m. (parola semit.), porto interno scavato dalla mano dell’uomo presso Adrumeto nel Bizacium, Auct. b. Afr. 62, 5 e 63, 5.

cõthurnātus, a, um (cothurnus), coturnato, calzato di coturno, I) propr., di attori tragici, Sen. ep. 76, 31: sost., cothurnati, orum, m., attori tragici (contr. excalceati),