Questa pagina è ancora da trascrivere o è incompleta. |
641 corniculum | corollarium 642 |
quindi esente da certi servigi e veniva aggiunto
come aiuto ad un ufficiale superiore,
corniculario, soldato esente dalla guardia, Val.
Max. 6, 1, 11. Suet. Dom. 17.
1. corniculum, i, n. (dimin. di cornu), cornetto, piccolo corno, trasl. ornamento dell’elmo a guisa di corno, conceduto ai soldati per la loro buona condotta, cornetto onorifico, Liv. 10, 44, 5: corniculum merere, Aur. Vict. vir. ill. 72, 3: corniculo merere, servire come corniculario, incaricato (V. cornicularius), Suet. gr. 9.
2. Corniculum, i, n., Cornicolo, antica città dei Latini sui monti Corniculani, a settentrione di Tivoli, residenza dei genitori di Servio Tullio. Deriv.: Corniculānus, a, um, di Cornicolo.
corniger, gera, gerum (cornu e gero), cornifero, cornuto, Lucr. ed a. poeti.
cornipès, pedis (cornu e pes), dal piè di corno, unghiato, Verg. ed a. poeti.
cornix, icis, f., cornacchia, nell’antichità nota per la sua loquacità e per la sua maestria nell’imitare la voce umana, perciò c. garrula, c. loquax, Ov.: come pure per la sua età, spesso molto tarda, quindi c. annosa, c. vetula, Hor.: natura cornicibus vitam diuturnam dedit, Cic. Presso gli antichi, uccello divinatorio, quindi uccello di augurio, di cui il volo e il grido a sinistra costituivano un presagio favorevole (datum) augurium corvo, laeva cornici omina, Phaedr.: quid (habet) augur cur a dextra corvus, a sinistra cornix faciat ratum? Cic.: e col suo grido annunziatrice della pioggia, tum cornix plenā pluviam vocat improba (l’empia maliarda) voce, Verg. A motivo della sua vista acuta, come mezzo simpatico, cornicum eruere genas, «cavar gli occhi alle cornacchie», per rendere il marito preoccupato, cieco, riguardo alla condotta della sua impudica moglie, Prop. 4, 5, 15 e segg. prov. cornicum oculos configere, cavar gli occhi alle cornacchie ingannare anche i più cauti, Cic. Mur. 25, e lo stesso ellitt, qui cornici oculum, ut dicitur, Cic. Flacc. 46.
cornu, us e (rar.), n., raram. cornum, i, n. e cornus, us, m. corno, I) propr.: A) nel corpo di animali: a) corno, corna, sulla testa di animali quadrupedi, cornua boum, Caes.: cornua tauri, Varr. e (della costellazione del toro), Ov.: torta cornua arietis, Varr. e (della costellazione dell’ariete), Cic. poët.: cornu hirci, Verg.: cornua cervi, Plin. e Verg.: irasci in cornu, quasi spingere l’ira sua nelle corna, cioè a sfogar l’ira sua colle corna (cfr. ταῦροι εἰς κέρας θυμούμενοι), Verg. ge. 3, 232: surgere in cornua, portare alte le corna (di cervi), Verg.: come simbolo della feracità e dell’abbondanza (riferendosi a Cornu Copiae, V. in seg.), come della forza e gagliardia, attributo di Bacco, Tibull. e Hor. Parimenti come simbolo dell’impetuosità, attributo degli dei fluviali, Verg. - Cornu Copiae (più tardi in una parola sola, Cornucopia, ae, f.), corno della capra Amaltea posto fra le stelle (Képaç ᾿Αμαλθείας, V. Amalthea), da cui scorreva il nettare; quindi emblema della fertilità e dell’abbondanza, Hor. ed a. Poet. si usa per indicare la forte, coraggiosa resistenza (come quella dei tori colle loro corna) e il coraggio, tollere cornua in alqm, Hor.: cornua sumere, prender coraggio, Ov.: cornua addere alci, far animo, Hor. b) corno (tessuto corneo), nel becco degli uccelli, Ov. met. 14, 502. c) corno nell’unghia dei quadrupedi, Verg. ge. 3, 88. B) corno come strumento, vaso, ecc., a) come strumento musicale a fiato, a) corno, partic. nell’esercito, corno di guerra, cornetto, con cui si davano i segnali militari (originar. un corno di bue, partic. di bufalo, guernito di argento), Cic. Verg. ed a. 3) il corno aggiunto al flauto frigio per rinforzare il suono (neραςφόρος αὐλός) e poseia lo stesso «flauto frigio» (simile al nostro «bassetto»), Ov. b) parti dell’arco fatte di corno, quindi (al sing. e plur.) arco, Verg. ed a poeti. c) vaso da olio, Hor. sat. 2, 2, 61. d) imbuto, Verg. e Col. e) i due lati della cetra originar. consistenti in due corna, al di fuori, massiccie, in dentro, incavate, che quindi producevano una risonanza; riuniti sotto e sopra con una cordiera; quasi cassa armonica, lati armonici, Cic. de nat. deor. 2, 144 e 149. II) trasl.: A) corno = punta, estremità, angolo esterno, a) cornua, punte, di forma di corno od imbuto, del cimiero dell’elmo (conus), in cui veniva collocato il pennacchio dell’elmo diviso in più ciuffi, corna, cornua cristae, Verg.: alterum cornu galeae, Liv. b) punta estrema e ricurva dell’antenna e meton. =antenna, Verg. ed a.: quindi poet., cornua obvertere, approdare, Hor. c) pomo dipinto, d’avorio o d’oro in cima al bastoncino, intorno a cui si avvolgeva il libro, Tibull. ed a. d) cornua lunae, estremità della luna cornuta, corna, Cic. fr. ed a. e) braccio di un fiume, Ov. met. 9, 774. f) punta, estremità di un luogo, a) cornua terrae, punte di terra, lingue di terra, Ov.: così anche cornua portus, Caes. in Cic. ep. 6) punta, estremità, angolo estremo di una local., Liv. ed a. g) ala di un esercito o di una flotta in ordine di battaglia (contr. media acies, medii), dextrum, sinistrum, Caes.: laevum, Liv.: dextrum, laevum navium, Vell.: facere cornua, serrarsi come ali curvate in avanti (attorno ai Galli ed Ispani che cedevano), Liv.: fig., cornua commovere disputationis tuae, far piegare, Cic. de div. 2, 26. B) corno = - pianta in forma di corno sulla cima (grosso porro), Hor. sat. 1, 5, 58. Genit. di cornu comun. us, acc. spesso cornum, p. es. Ter. eun. 775, Lucr. 2, 388. Ov. met. 2, 874. - Abl. plur. masc., cornibus (seguito da qui), Cic. de nat. deor. 2, 149.
1. cornum, i, n., V. cornu.
2. cornum, i, n. (2. cornus), corniola (frutto del corniolo), Verg., Col. ed a.
1. cornus, us, m., V. cornu.
2. cornus, i, f. (cornu), I) corniolo, cornio, così detto a motivo del suo legno duro, a guisa di corno, Verg. e Col. II) meton., asta, dardo, fatto di legno di corniolo, Verg. ed a.
Coroebus, i, m. (Κόροιβος), Corebo, frigio, figlio di Migdone.
corolla, ae, f. (dimin. di corona), coroncina, piccola corona, Prop. Plin. ed a.
corollarium, i, n. (corolla), coroncina