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Nep. Plur. sost., Corcyraei, orum, m., abitanti di Corcira, Corciresi, Cic.

cordatus, a, um (cor), cordato, dotato di senno, d’intelletto, assennato, prudente, intelligente, savio, egregie cordatus homo, Enn. in Cic. Tusc. 1, 18 e in Cic. de rep. 1, 30: pulchre cordatus homo, Sen. apoc. 12, 2, v. 7.

cordax, acis, m. (nópdat), danza licenziosa del coro nell’antica commedia greca, distinta per movimenti rapidi e vivaci e per atteggiamenti indecenti, in cui una fune scorreva nelle mani dei danzatori. Però, al di fuori della commedia, veniva considerata come un segno di ubbriachezza o di completa depravazione, cordace, cordacem duere (κόρδακα ἕλκειν), guidare il c., trasl., del vivace ritmo trocaico, secondo una superficiale traduzione di Aristotele (il quale dice sempl.: ὁ δέ τροχαίος κορδακικώτερος), Cic. or. 193. Quint. 9, 4, 88 (dove interpreta: nimis currentem).

Corduba, ae, f., grande e celebre città commerciale dell’Hisp. Baetica, patria dei due Seneca e del poeta Lucano, ora Cordova. -Deriv.: Cordubensis, e, di Cordova, cordovese; part. sost., Cordubenses, ium, m., abitanti di Cordova, Cordovesi.

Corduena, ae, f. (Topdunvý), paese della Grande Armenia, l’odierno Kurdistan, i cui abitanti Cordueni, ôrum, m. (Γορδυηνοί), Cordueni, odierni Kurdi; oppure Gordyaci, orum, m. (Γορδυαίοι); e i monti di quel paese, Gordyaci montes (τὰ Γορδυαῖα ὅρη), ancora attualmente Monti Kurdi

Corfinium, i, n., Corfinio, antica città fortificata, capitale dei Peligni, non lungi dall’Aterno nel Sannio, ora soltanto poche rovine presso la chiesa di S. Pelino (nell’Abruzzo citeriore). Deriv.: Corfiniensis, e, di Corfinio, clementia, dimostrata da Cesare verso C., Cic.: exspectatio, degli avvenimenti di C., Cic.

Coria, ae, f. (Kopla), Coria, soprannome di Minerva presso gli Arcadi.

corigia, V. corrigia.

Corinna, ae, f. (Κόριννα), Corinna, I) poetessa greca, nativa di Tanagra, nella Beozia, celebre per la sua bellezza; contemporanea di Pindaro, II) pseudonimo dell’amante di Ovidio.

Corinthus, (e –Ds), i, f. (Κόρινθος), Corinto, celebre città commerciante del ponneso, in mezzo all’Istmo (quindi bimaris C.), distrutta da Mummio (146 av.Cr.), riedificata un secolo dopo; ora Corinto o (turco) Gereme. - Prov., non cuivis homini contingit adire Corinthum (dal greco où avtos ἀνδρὸς ἐς Κόρινθον ἔσθ᾽ ὁ πλοῦς), «un viaggio di piacere a Corinto non è affare di tutti», per indicare q.c., che non riesce a tutti a motivo delle difficoltà che vi sono annesse, Hor. ep. 1, 17, 36: meton., captiva Corinthus, bottino (in statue di bronzo) dell’intiera Corinto, Hor. ep. 2, 1, 193.- Deriv.: A) Corinthius, a, um (Kopivotog), Corinzio, Cic.: sinus, ora Golfo di Lepanto, Liv.: aes, «bronzo di Corinto» (lega di oro, argento e rame molto pregiata dagli antichi), con cui si facevano vasi, statue, ecc., Cic.: vasa, supellex, opus, Cic.: sost., a) Corinthii, ōrum, m., abitanti di Corinto, Corinzi, Cic. ed a. b) Corinthia, ōrum, n., vasi corinzi, Cic. ed a. B) Cürinthiäcus, a, um (Κορινθιακός), corinzio, Liv. C) Corinthiarius, i, m., lavoratore di bronzo corinzio, soprannome scherzevole apposto ad Augusto, a motivo della sua predilezione per lavori di bronzo corinzio, Auct. incert. in Suet. Aug. 70.

Corioli, ōrum, m., Corioli, città dei Volsci nel Lazio, già distrutta da Caio Marcio (soprannominato perciò Coriolanus).- Deriv.: Coriolanus, a, um, di Corioli, Coriolano; plur. sost., Coriolani, ōrum, m., abit. di Corioli, Coriolani.

corium, Yi, n. (χόριον), pelle grossa forte, cuoio degli animali, bovis, Justin.: coria boum, Tac.: c. beluae, squame (di un serpente), Val. Max.: coriis integere turres, Caes.: obvolutus et obligatus corio (del parricida), Cornif. rhet. Prov. V. canis.

Cornelius, a, um, Cornelio, nome di una delle più importanti gentes romane, notevole per il gran numero delle famiglie che vi appartenevano (oltre alle patrizie dei Dolabellae, Maluginenses, Scipiones, Rufini, Sullae, Lentuli, anche le plebee dei Balbi, Mammulae, Merulae, etc.). Sono partic. noti fra gli uomini: P. Cornelius Scipio Africanus major, vincitore dei Cartaginesi nella Spagna e nell’Africa (battaglia di Zama 201 av. Cr.), celebre per la sua coltura letteraria e la sua facondia. P. Cornelius Scipio Aemilianus minor, figlio di L. Emilio Paolo, figlio adottivo di Cornel. Scipione (figlio del primo Africano), uno dei più nobili Romani della Repubblica; valente generale e come tale distruttore di Cartagine (146 av. Cr.). - Fra le donne, Cornelia, la figlia più giovane del primo Africano, moglie di Tib. Sempronio Gracco, la nobile madre dei due Gracchi: e Cornelia, figlia di Q. Metello Scipione, dapprima moglie di P. Licin. Crasso, quindi di Pompeo. - Agg. Cornelio, leges, leggi Cornelie date in gran numero da varii Cornelii, ma partic. da L. Cornelio Silla (contro gli assassini e avvelenatori, ecc.), Cic. ed a.: forum Cornelium o Cornelii, città dei Lingoni nella Gallia cispadana, fondata da Cornelio Silla; ora Imola, Cic. Deriv.: Cornēliānus, a, um, Corneliano, Corneliana (oratio), discorso tenuto da Cicerone per un C. Cornelio, Cic.: castra Corneliana o Cornelia, V. castrum nº II, A, 2.

corněõlus, a, um (dimin. di 1. corneus), corneo, di corno, Cic. de nat. deor. 2, 144.

1. corněus, a, um (da cornu), corneo, di corno, rostrum, Cic.: ora (n. plur.), Ov.

2. corneus, a, um (cornus), di cornio, di corniolo, virgulta, Verg.: venabula, Ov.

cornicen, cinis, m. (cornu e cano), suonatore di corno, anche di flauto (suonatore del flauto frigio = κεραταύλης), Cic., Liv. ed a.

cornicula, ae, f. (dimin. di cornix), cornacchiuzza, piccola cornacchia, dispregiat. sciocca, stupida cornacchia, Hor. ep. 1, 3, 19.

Cornivulanus, V. 2. Corniculum.

cornicularius, ii, m. (1. corniculum), soldato cui si donava un cornetto d’onore e