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alta, rigida e diritta, usata dai re persiani come ornamento del capo, Curt. 3, 3 (8), 19.

cieo, cīvi, citum, cière (affine a xiw, xivew), metiere in moto, destare, agiture, eccitare, I) mettere o mantenere in movimento, muovere, eccitare, tener desto, in moto, a) di c. inan.: a) in gen.: natura omnia ciens et agitans motibus et mutationibus suis, Cic.: ingentem molem irarum ex alto animo, fig. = evocare, far comparire sul volto, Liv.: puppes sinistrorsum citae, Hor. Quindi partic.: aa) herctum ciere, rendere mobile il retaggio, cioè spartir l’eredità, Cic. de or. 1, 237. B3) come t. t. milit., pugnam opp. proelium ciere, tener desta la pugna col proprio esempio, non lasciarla rallentare, riaccenderla (detto dei soldati che sono prima fila, ma specialm. dei generali), Liv. 3) porre in movimento incessante, mettere in moto, sommuovere, susciture, scuotere, mare (detto del vento), Liv.: caelum tonitru, Verg. b) trarre a sè esseri viventi, spec. colla voce o con segnali dati per mezzo di un suono: x) partic.: chiamare a sè, Narcissum, Tac.: lugubri voce Acerbam, Justin. 3) chiamare a battaglia, far prender le armi, non homines tantum, sed foedera et deos, Liv.: viros aere, Verg.: alqm ad arma, Liv.: Germanos in nos ciet, Tac. 7) chiamare in aiuto, invocare l’aiuto, spec. di una divinità, nocturnos manes carminibus, Verg.: vipereas Stygia de valle sorores (le Fu rie), Ov. II)=far che q.c. si mostri, destare, riscegliare, susciture, a) per mezzo di impulso esterno o interno, x) partic., fenomeni e maniere di essere, destare, far sollevare, cagionare, Huctus (detto del mare), Curt.: lacrimas, piangere, Verg.: varios motus (vibrazioni), Cic.: sensum (eccitare il senso esteriore), Cic.: tantas procellas (fig. = suscitare sì gran tempesta), Liv. ß) avvenimenti di guerra o politici, susciture, desture, cugionare, incominciare, bellum, Liv.: Martem, Verg.: seditiones, Liv. b) per mezzo della voce o di strumenti musicali, a) suoni articolati, in gen.: intonare, levure, fur risuonare, emettere, fletus, Verg.: gemitus, murmur, Verg.: nocturnum aeris sonum, Vell.: tinnitus aere, Catull. ß) parole, nomi, fur udire, sentire, chiamare, chiamar per nome, alqm magna voce, Verg.: triumphum nomine, cioè gridare io triumphe, intonare, Liv. onde ciere patrem, citare il padre, mostrare, presentare (per provare d’esser nato libero), Liv.: e così consulem patrem, Liv.. Form. second., cio, ire, raro, come cimus, Lucr. 1, 212 e 5, 211.

Cierium, i, n. (Képtov) e Cièros, i, f. (Kiepos), città della Tessaglia presso l’odierna Mataranga. La forma -ium, Liv. 36, 10, 2 e 36, 14, 6: la forma -os, Catull. 64, 35.

Cilices, um, m. (Kiixes), Cilici, abitanti della Cilicia, famigerati come pirati: partic., Cilices Clitae, popolo selvaggio dell’alta Cilicia. - Sing. Cilix, fcis (KE), cil cio; e f., Cilissa, ae (Kihooa), cilicia. - Deriv.: A) §Cilicia, ae, f. (Klixia), Cilicia, paese costiero nella parte meridionale dell’Asia minore fra la Pamfilia e la Siria, del quale Tauro era la principal catena di monti, e che si divideva nella Cilicia propria o piana ( idiwe Kiλ., o nediàç Kiλ., la parte più ad cincinnus 426 est, ora Adene) e Cilicia aspra ( tpaxsia K., la metà occidentale più piccola, ora Itschil), ricca di prodotti naturali d’ogni specie (spec. di eccellente zafferano) e di manifatture di peli di capra. B) Ciliciensis, e, cilicio. C) Cilicius, a, um (Kilixtos), Cilicio; sost.: cilicium, i, n. (xixov), tappeto, coperta fatta di peli di capre cilicie, Cic. ed a.

Cilla, ae, acc. an, f. (Kiλa), piccola città dell’Eolide, con un famoso tempio di Apolio. ora Zeileiti.

Cilnius, a, um (etrusco Cfelne) nome di una potente gens della città di Arezzo, cacciata coll’armi nell’anno 301 av. Cr., ma ricondottavi coll’aiuto dei Romani. - Per parte di padre discendeva da questa famiglia Mecenate, onde Cilnius Maecenas.

Cimbri, ōrum, m. (Kiußpot), Cimbri, popolo della Germania del nord (nello Jütland, Holstein e Schleswig), sconfitto notoriamente da Mario quando invasero l’Italia. - Sing. Cimber, bri, m., Cimbro, e agg. cimbrico. - Deriv.: Cimbricus, a, um, cimbrico; e avv. Cimbricē, da Cimbro, alla maniera dei Cimbri.

cimex, Ycis, m., cimice, Script. r. r. ed a.: come parola ingiuriosa, Hor.

Ciminus, i, m., e Ciminius lacus (Kuvia Apvn), poet. Cimini lacus, lago dell’Etruria, vicino a Sutrium, cra lago di Rorciglione, verso il quale trae la montagna di Viterbo, rivestita di folti boschi; presso gli antichi ora Ciminius mons, ora §Ciminius saltus, ora Ciminii saltus, ordin. Ciminia silva.

Cimmerii, orum, m. (Kupéptot), I) popolo trace che abitava l’odierna Crimea e la picc. Tartaria su ambedue le rive del Dnieper. Deriv.: Cimměríus, a, um, cimmerio, litus, Ov. II) popolo mitico ai confini occidentali dell’Oceano, in un paese oscuro e nebbioso, che più tardi trasferì la sua dimora nelle grotte che vi sono tra Baia e Cuma, in una delle quali aveva la sua stanza anche il «Sonno».- Deriv.: Cimměríus, a, um, cimmerio oscuro, tenebroso, lacus (plur.), ovv. luci, Averno, Tibull. e Verg.

Cimolus, i, f. (Kipwhos), una delle Cicladi, celebrata per la sua ottima creta, che si usava per gualcare i panni, pulire gli abiti, e come cosmetico, ora Cimoli o Argentiere. Deriv.: Cimolius, a, um (Kipólios), cimolio.

Cimon, ōnis, m. (Kiuwv), celebre capitano Ateniese (morto il 449 av. Cr.).

cinaedus, i, m. (xivaidos), uomo libidinoso contro natura, bagascione, cinedo, Catull. ed a.: onde agg. = svergognato, impudente, sfacciato, cinaedior, Catull. 10, 24.

1. cincinnatus, a, um (cincinnus), che ha i capelli ricciuti, ricciuto, inanellato, Cic, ed a.

2. Cincinnatus, i, m., L. Quintus, rappresentante dell’antica semplicità e probità romana, eletto console l’anno 460 av. Cristo, chiamato l’anno 458 av. Cr. dall’aratro alla dittatura.

cincinnus, i, m. (xixivvoc), riccio di capelli, artificiale arricciatura dei capelli (cfr