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sinātus, a, um, vestito di lana di Canusio, B) Cănúsinus, a, um, Canusino di Canusio, plur. sost., Canusini, orum, m., gli abitanti di Canusio, i Canusini.

căpācĭtās, f. (capax), capacità, nel senso di misura, come luogo che può contenere q.c., Cic. Tusc. 1, 61.

Căpăne͡us, ĕi, acc. ea, voc.eu (Καπανεύς), uno dei sette principi sotto Tebe, padre di Euadne (V.), fulminato da Giove per averne sprezzato la potenza.

căpax, ācis, agg. col compar. e superl. (capio), capace, atto a contenere, I) propr., che contiene molto, spazioso, urna, Hor.: capaciores scyphi, Hor.: col genit., circus capax populi, Ov.: cibi vinique capacissimus, Liv. col dativo di vantaggio, c. usibus, Plin. ep. II) trasl., atto a ricevere q.c., capace, Ov.: col genit., amicitiae, Plin. ep. con ad e l'acc., animus ad praecepta c., Ov.

căpēdo (căpūdo), ĭnis, f. (capis), semplice coppa da sacrifizio, Cic. parad. 1, 11; de rep. 6, 2.

căpēduncŭla, ae, f. (dimin. di capedo), semplice vasetto da sacrifizio, Cic. de nat. deor. 2, 43.

căpella, ae, f. (dimin. di capra), I) (piccola) capra, capretta, Cic. ed a. II) trasl.: la capra, stella di prima grandezza nell’Auriga, che col suo levare (1° maggio) apporta pioggia, Plin. e Ov.

Căpella, ae, m., poeta elegiaco, Ov. ex Pont. 4, 16, 36.

Căpēna, ae, f., città dell’Etruria, appiè del Soratte, probab. colonia di Veio, e certamente dipendente da questa; sul cui territorio si trovava il tempio e il bosco sacro di Feronia (V.), oggi Civitucola. - Der.: A) Căpěnās, atis, capenate, fundus, e sempl. in Capenate, nel Capenate, su quel di Capena, Liv.: plur. sost., Capenates, ium, m., gli abitanti di Capena, i Capenati, Liv. B) Căpēnus, a, um, capeno, luci, Verg.: e porta Capena, una delle porte principali delle mura Serviane dell’antica Roma, a piè del Celio, per la quale passava la via Appia che conduceva a Capua; più tardi si trovò naturalmente nell’interno della città; extra portam, Cic., nel sobborgo di P. Capena, ove in seguito sorse la porta Appia (V.), ad portam C., più verso la porta, Liv. ed a.

căpěr, pri, m., capro, becco, I) propr., Col., Verg. ed a. II) meton., puzzo del sudore sotto le ascelle, lezzo caprino, Catull. e Ov.

căpesso, īvi o ĭi, ītum, ĕre (desider. di capio), prendere q.c. con desiderio, con ardore, afferrare, impugnare in fretta, I) in senso ristretto, A) propr., arma, Verg.: cibum oris hiatu et dentibus (di bestie), Cic. B) trasl., pigliare, prendere q.c.== cominciare a fare, o appropriarsi, a) generic.: eam potissimum viam, prendere, Liv.: fugam, Liv.: spectaculum oculis, procacciarsi, Liv.: libertatem, Cic. b) partic., imprendere con zelo un affare, assumersi un impiego,ecc., incaricarsi d’una cosa, intraprenderla, promuoverla seriamente e con zelo, ecc., jussa, Verg., rem publicam, entrare nella carriera politica, Cic.: bellum, pugnam, Liv. II) in senso più lato, tendere ad un luogo o ad uno scopo, accorrere, A) propr.: medium locum, Cic.: superiora (alle regioni superiori), Cic.: Melitam, Cic.: Italiam, Verg. B) trasl.: raggiungere con sforzo, neque (te) posse corde capessere, pur non potei mai ritrovarti, Enn. in Cic. de div. 1, 40.

Căphāre͡us, ĕi, e ĕos, acc. ĕa, m. (δ Καφηρεύς, quindi Verg. Aen. 11, 260 Caphereus), scogliosa e pericolosa punta dell’Eubea meridionale; quivi il re Nauplio, per vendicare il figlio Palamede, ucciso dai Greci, fece venire la flotta dei Greci reduce da Troia sotto Agamennone, la quale vi fece naufragio: oggi Capo d’Oro. - Deriv.: Căphārēus, a, um (Καφήρειος), cufareo.

căpillāmentum, i, n. (capillus), I) i capelli, specialm. capelli posticci, parrucca, Suet., Cal. 11. II) trasl., i fini filamenti delle radici e delle foglie, vitis, Sen.: radicum, Plin.

căpillātus, a, um (capillus), capelluto, chiomato, fornito di capelli, (contr. calvus) adulescens bene capillatus, Cic.: capillatior quam ante, Cic.

căpillus, i, m. I) i capelli e la barba dell’uomo, collettivamente (per contro crinis i peli delle pers. in gen.), horridus, Cic.: promissus, Caes.: però anche plur., erant illi compti capilli, Cic.: ex barba detonsi capilli, Sen. II) trasl., peli degli animali, Catull. ed a.

căpio, cēpi, captum, ĕre, I) dar di piglio, prendere, afferrare, A) in gen., 1) propr.: a) con la mano, ecc., flabellum, Ter.: baculum, Ov.: arma, Cic.: saxa manu, Verg. b) prendere impossessandosi, generic.: terras, prender terra, posarsi a terra (di uccelli), Verg. 1, 396. Così partic.: α) (come t. t. milit.), prender posizione, occupare un posto, una posizione, locum, collocarsi, piantarsi, postarsi, Cic., Caes. ed a.: locum editum, Nep.: montem, collem, arcem, Caes. β) raggiungere un luogo, giungere, penetrare in un luogo, spec. in barca, insulam, Caes.: portum, Caes.: e (fig.), portum otii, Cic.: e cercare di raggiungere un luogo, montes proximos fuga, Liv. γ) scegliere, osservare, esaminare, occupare un luogo per un determinato fine, locum oculis, Verg.: e come t. t. milit., locum castris, Liv.: e così solo loca, Caes.: e come t. t. augurale, tabernaculum recte, parum recte, vitio, Cic.: templa ad inaugurandum, Liv. δ) come t. t. di atti pubblici, pignera capere, pignus.

2) trasl: a) cominciare, promuovere un’azione, il primo tentativo di q.c. e sim., α) generic.: cominciare, prendere, dar principio == preparare, imprendere, disporre, apparecchiare, impetum, V. impetus: fugam, Caes.: conatus ad erumpendum, Liv.: initium ex alqa re, Quint.: primordia agendi ab alqo, Cic.: finem, Verg.: augurium, Liv.: orgia cum alqo, Verg. β) cominciare un’azione riguardante la vita pubblica, prendere, assumere, ottenere, pervenire, provinciam duram, Ter.: moderamina (navis), Ov.: magistratum, consulatum, Cic. b) prendere, cogliere, afferrare, spiare, osservare un’occasione e sim., causam, Ter.: tempus (il momento opportuno), Liv.: tempus ad alqm adeundi, Cic. c) prendere, togliere un esempio, una prova, documentum ex alqo, Cic.: