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inflare, Plaut e Hor.: garrire o scribere, quod o quidquid in buccam venit (quel che viene sulle labbra), Cic. ed a.

buccĕa, ae, f. (bucca), boccone, Aug. in Suet. Aug. 76.

buccĭn..., V. bucin...

buccŭla, ae, f. (dimin. di bucca), guancia, gota, Suet. Galb. 4.

Būcĕphălās, ae, acc. an, m. e -us, i, m. (macedon. βουκεφάλας, greco βουκέφαλος), cavallo di Alessandro Magno (così chiamato per la larghezza della fronte, ovvero perchè contrassegnato colla figura d’una testa di toro), in onore del quale una nuova città, edificata sulle rive dell’Idaspe, venne chiamata Būcĕphăla, ae, f., o Būcĕphălē, ēs, f., (Βουκεφάλη), oggi Dsjilum o Djelim.

būcĕrōs, ōn (βουκέρως, ων), che ha corna di bue, armenta, armenti di buoi, Ov.: secla, la razza bovina, Lucr. — Forma second. būcĕrĭus, a, um, Lucr. 2, 663.

būcĭna, (buccĭna), ae, f. (secondo alcuni contratto da bovicina [V. bos e cano]), I) corno piegato a spirale, di ferro battuto o di ottone, simile al nostro corno da caccia, a) dei pastori, corno da pastore, Scriptt. r.r. ed a. b) nell’esercito, per dare, presso il generale, il segnale (classicum) della partenza e dell’attacco, il quale veniva poi comunicato più lungi dalla tuba per la fanteria e dal lituus per la cavalleria, Verg. Aen. 11, 475: per dare il segnale quando si dovevan cambiar le sentinelle nella notte (la quale era divisa in quattro vigilie), secundae vigiliae bucinā signum datum, Liv.: jam quarta canit venturam bucina lucem, Prop.: quindi meton., ut ad tertiam bucinam (== vigiliam) praesto essent, Liv.: per annunziare la fine del pasto principale (verso sera), Tac. ann. 15, 30. c) nella vita pubblica e cittadina, per convocare l’assemblea del popolo (nei tempi più antichi), Prop. 4, 1, 13. II) la conchiglia di Tritone (che serviva come tromba), Ov. met. 1, 335 e 337.

būcĭnātŏr (buccĭnātŏr), ōris, m. (bucino), I) suonator di corno, trombetta, Caes. ed a. II) trasl.: banditore, divulgatore, existimationis meae, Cic. fil. in Cic. ep. 16, 21, 2.

būcĭno (buccĭno), āvi, āre (bucina), suonar la bucina, dare il segnale colla bucina, saepe declamante illo ter bucinavit (fu dato tre volte il segnale == si giunse alla terza vigilia), Sen. contr. 7 (3), prooem. § 1.

būcŏlĭcus, a, um (βουκολικός), appartenente ai pastori, pastorale, campestre, bucolico, modi, Ov.: poema, poesia pastorale, Col.: plur. sost. solt. bucolica, orum; n. == poeste pastorali, Scritt. ser.

būcŭla, ae, f. (dimin. di bos), giovine vacca, giovenca, Cic. ed a.

būfo, ōnis, m., rospo, Verg. ge. 1, 184.

bulbus, i, m. (βολβός), cipolla, bulbo, Cic. ed a.

būlē, es, f. (βουλή), senato (greco), Plin. ep. 10, 81 (85), 1 e altr.

būleuta, ae, m. (βουλευτής), senatore (greco), consigliere, Plin. ep. 10, 39 (48), 5.

būleutērĭum, ĭi, n. (βουλευτήριον), luogo di adunanza del Senato greco (lat. curia), Plin. 36, 100 (Cic. Verr. 2, 50 alla greca).

bulla, ae, f., bolla, I) propr. bolla d’acqua, ut pluvio perlucida caelo surgere bulla solet, Ov. II) trasl.: A) borchia, bottone, a) delle cinture, aurea bullis cingula, Verg. b) delle porte, bullas aureas omnes ex his valvis auferre, Cic. B) bulla aurea, bolla d’oro, che i trionfatori e i ragazzi di buona famiglia (orig. dei patricii, più tardi in gen. degl’ingenui) portavano sul petto, appesa al collo, quale amuleto. Fu portata in orig. dai re e lucumoni etruschi e dai loro figli, e introdotta a Roma colla toga praetexta, Cic. ed a.: bulla argentea, appesa per trastullo ad un cervo favorito, Ov. met. 10, 114.

bullātus, a, um (bulla), che porta una bolla al collo, puer, Scip. Afr. fr.: statua, Val. Max.

Bullis (Byllis) ĭdis, f. (Βουλλίς, o Βύλλις), città e regione dell’Illiria tra Durazzo ed Apollonia. — Gli abitanti Bullĭdenses, ĭum, m.; Bullĭenses, ĭum, m.; Bullĭōnes, um, m. e Bullīni, ōrum, m.

būmastus, i, f., (βούμαστος, dalle grosse poppe, sottint. ἄμπελος) vite dai grossi grappoli, Verg. e Plin.

Būpălus, i, m. (Βούπαλος), scultore di Chio, contemp. del giambugrafo Ipponace, con cui visse in inmicizia, e perciò mise in ridicolo in una statua la brutta figura di lui, e il poeta allo sua volta si beffò di lui ne’ suoi versi.

Burdĭgăla, ae, f., antichissima città dei Bituriges Vivisci nell’Aquitania, a Sud della Garonna, oggi Bordeaux.

Burgundĭōnes, um, m., e Burgundĭi, ōrum, m., Burgundi, popolo gotico, distinto in Burgundi orientali, che avevano le loro stanze fra l’Oder e la Vistola, e Burgundi occidentali, che occupavano la regione del Meno superiore.

būris, is, acc. im, f., bure, parte posteriore e curva dell’aratro, Verg. ge. 1, 170.

Būsīris, rĭdis e rĭdos, acc. rĭdem e rin o rim, m. (Βούσιρις), antico re d’Egitto, il quale era in mala fama per la sua crudeltà, perchè immolava gli stranieri che venivano nel suo paese.

bustŭārĭus, a, um (bustum), appartenente ai luoghi dove si abbruciavano i cadaveri, ille bustuarius gladiator, gladiatore che combatteva nelle pompe funebri, Cic. Pis. 19.

bustum, i, n. (da *buro, ant. lat. == uro) == τύμβος, luogo dove si bruciavano i cadaveri, crematoio, I) in senso stretto, il luogo dove il cadavere è stato bruciato, Lucr. 3, 904. II) in senso più lato, tumulo, monticello innalzato sulle ceneri del defunto, tomba, sepolcro, Cic. ed a.: poet., del campo di battaglia, quoties civilia busta Philippos canerem, Prop.: ad busta Gallica, contrada di Roma, dove Camillo avea fatto ardere e sepellire i Galli caduti, Liv. 5, 48, 3, e 22, 14, 11; trasl, sepolcro, cioè il luogo dove, o le persone per cui una cosa è annientata, cui templum illud (Castoris) fuit bustum legum omnium ac religionum. Cic.: tu, bustum rei publicae, Cic.: