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309 baccatus Baebius 310

bāccātus, V. bacatus.

Baccha, ae, f. (Βάκχη), baccante, sacerdotessa (compagna) di Bacco eccitata fino al furore, Cic. ed a.: Bacchis initiare alqm, iniziare al culto bacchico, Liv.

bacchābundus, a, um (bacchor), che si dà all’entusiasmo bacchico, all’orgia bacchica, agmen, Curt. 9, 10 (42), 27.

Bacchānăl, ālis, n. (Bacchus), I) luogo consacrato a Bacco, luogo ove si celebrano le feste di Bacco, luogo del culto di Bacco, Liv. 39, 18, 7. II) plur. Bacchanalia, ium (talo. -iorum), n., festa, solennità di Bacco, baccanali, ogni tre anni, avevano luogo di notte, molto tumultuosamente e sfrenatamente, quindi proibiti in Roma l’anno di Roma 568 (186 av. Cr.) con un decreto del Senato, Cic. de legg. 2, 37. Sall. hist. fr. 3, 79 (97). Liv. 39, 9 e segg.

Bacchānālis, e (Bacchus), baccanale, di Bacco, sacra, festa di Bacco (V. Bacchanal n° II), Val. Max.: chorus, Aur. Vict.

bacchăr e bacchăris, V. baccar.

baccātĭo, ōnis, f. (bacchor), gozzoviglia, orgia, stravizzi, nocturnae ejus bacchationes ac vigiliae, Cic. II. Verr. 1, 33.

Bacchē, ēs, f. (Βάκχη), Baccante, Ov. Am. 1, 14, 21 e trist. 4, 1, 41.

Bacchēĭus, a, um (Bacchus), di Bacco, dona, vino, Verg.: sacra, Ov.

Bacchēus, a, um (Βακχεῖος), bacchico, delle baccanti, ululatus, Ov.: vineta, Ov.

Bacchĭădae, ārum, m. (Βακχιάδαι), discendenti dell'Eraclide Bacchide (signore di Corinto dal 924 av. Cr.), Bacchiadi, antichissima famiglia dominante in Corinto, rovesciata nel 657 av. Cr. da Cipselo

Bacchĭcus, a, um (Βακχικός), bacchico, serta, Ov. trist. 1, 7, 2.

1. Bacchĭus, a, um (Bacchus), bacchico, sacra, Ov. met. 3, 518.

2. Bacchīus, a, um (Βακχεῖος), bacchio, pes, di due lunghe e una breve, --∪ per es. Rōmānŭs), opp. ∪-- (p. es. sălūtī), Quint. 9, 4, 82.

bacchor, ātus sum, āri (Bacchus), I) intr.: A) propr., celebrare la festa di Bacco, cum alqo, Plin.: quindi bacchantes, le Baccanti, Ov. e Curt. B) trasl.: a) generic. di uomini, a guisa di Baccanti, vagare, schiamazzare, infuriare, smaniare, Cic. ed a.: anche andar errando intorno schiamazzando, smaniando, infuriando, per urbem, Verg.: in antro, Verg. b) di un oratore focoso o del suo discorso, furere et bacchari, Cic.: inanibus locis bacchari, comportarsi da baccante, Quint. c) di sogg. inan. == infuriare, imperversare, del vento, Hor. e Ov. di voci, per urbem, Verg. II) tr. far risuonare il grido di Bacco, bacchari euhoë, Catull. 64, 61 e 255: di luoghi, passivo == echeggiare del grido, delle danze o della festa di Bacco, bacchata jugis Naxos, Verg.

Bacchus, i, m. (Βάκχος), I) Bacco, presso i greci il giovine bello, molle dio del vino: come tale identificato dai Romani col loro dio della natura, Liber. Giove lo generò colla Tebana Semele. Semele ingannata dall’astuzia di Era, che venne a lei col volto della sua nutrice o di un'amica, domandò a Giove, poichè egli le aveva promesso l'adempimento di ogni desiderio, di apparirle nel medesimo splendore, con cui si avvicinava ad Era. Giove apparve con lampi e tuoni, e Semele, atterrita, sorpresa dalla fiamma, partorì abortendo (quindi Bacchus ignigena): ma Giove salvò il neonato dall’incendio e lo cucì nella sua coscia. Dopochè il dio a tempo debito ebbe disgiunta la cucitura e fu nato il bambino (quindi bis genitus, satus iterum e bi-mater), lo affidò ad Ermete. Questi portò il fanciullo ad Ino (sorella di Semele) e al marito Atamante e raccomandò loro di educarlo come una ragazza. Ma avendo Era adirata reso pazzi furiosi marito e moglie, Giove mutò il ragazzo in un capro ed Ermete lo recò alle ninfe, che abitavano sul monte Nisa (quindi Bacchus Nyseus e Nysius). Cresciuto, viene Bacco stesso reso furente da Era e va errando frenetico. II) meton.: A) grido di Bacco (Io Bacche!), Baccho audito, Verg. Aen. 4, 302. B) vite, Verg. ge. 2. 113 ed a. C) == vino, Verg. ecl. 5, 69 ed a.

baccĭfĕr, V. bacifer.

baccŭla, V. bacula.

Băcēnis, is, f. vasta foresta della Germania, la quale formava un muro naturale di confine tra i Cherusci e gli Svevi, senza dubbio la parte occidentale della Selva di Turingia, nel Medio Evo Buconia, Buchenau.

baceŏlus, i, m. baggeo, stolido, diceva Augusto invece di stultus, secondo Suet. Aug. 87.

bacĭfĕr, fĕra, fĕrum (baca e fero), che porta bacche (olive), Pallas, Ov. am. 2, 16, 8.

băcillum, i, n. (dimin. di baculum), piccolo bastone, bastoncello, bastoncino, Cic. ed a.: partic., bacchetta del littore, verga del littore.

Bactra, ōrum, n.(Βάκτρα,), capitale della Battriana sul fiume Battro, l'odierna Balk (poet. meton. == abitanti di Battra o == impero della Battriana). — Deriv.: a) Bactri, ōrum, m. abitanti della città di Battra o della Battriana. b) Bactrĭānus, a, um (Βακτριανός), Battriano, regio o terra (== Βακτριανή), paese della Battriana (una delle provincie orientali dell’impero persiano, l’odierna Balk): e sost. Bactrianus, i, m., Battriano e partic. Bactriani, ōrum, m. abitanti di Battra o della Battriana, Battriani.

bācŭla, ae, f. (dimin. di baca), piccola bacca, coccolina, Plin. ed a.

băcŭlum, i, n. e (probab. forma posteriore), băcŭlus, i, m. (da connettersi con βάκτροω, da βάω, βάζω, andare), bastone (propr. come appoggio nel camminare, quindi anche == scipio, bastone per ornamento, e == fustis, bastone per percuotere, verga), summa papaverum capita baculo decutere, Liv.: come bastone da pastore, pastor baculo innixus, Ov.: come bastone dell’augure (lituus), baculum sine modo aduncum, Liv.: come scettro, argenteum, Flor.: elapsum baculum, Suet.

Badia, ae, f. città dell'Hispania Baetica, ancora attualmente M. S. de Botua.

Baebĭus, a, um, denominazione di una gens romana plebea, coi cognomi Dives, Sulca, Tamphilus. — agg. Bebio, lex Baebia (de praetoribus creandis).