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di necessità che l’idea di utilità ricambiata sarà idea essenziale al commercio. Io non dico che tutta la definizione consiste in questa idea; ma secondo il comune significato questa è idea principalissima, fondamentale, essenziale.

Dunque a torto pretende il sig. Dunoyer di porre in conflitto la economia colla giurisprudenza. D’altronde poi siccome l’idea del fatto o della funzione di fatto è la stessa per amendue, così anche la definizione reale del commercio deve essere identica. Altro è poi che l’economista la riguardi sotto l’aspetto dell’utile e il legale sotto quello del giusto, ed altro è che le condizioni del fatto siano diverse. Un pittore assume il bello nella testa dell’Apollo; ed un fisionomista vi assume l’espressione delle inclinazioni morali: sarà forse per questo la testa dell’Apollo diversa in se medesima o si fingeranno due sembianti nello stesso tempo? Guai a noi se si potesse fare la separazione pretesa del signor Dunoyer.


IV.


Diremo noi per questo che la definizione del signor Say sia esatta? Questa è un altra quistione. È vero che nel dare la spiegazione del vocabolo egli fece uso d’un concetto usitato per lo più nel discorso comune, ma egli è vero del pari che egli diede come generale una condizione la quale non è che particolare. Io mi spiego. Comprare per rivendere importa un doppio ricambio di utilità. Il primo ricambio avviene nella compra, che forma il primo estremo della mercatura, il secondo ricambio avviene nella rivendita che ne