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Disputa sull’idea del Commercio.


I.


Una questione elementare è insorta nel mese di aprile di quest’anno fra il sig. Dunoyer ed il sig. Say. Il primo dando conto della quinta edizione del trattato di economia politica del detto sig. Say trovò censurabile l’idea del commercio espressa in quel trattato. Egli (dice il sig. Dunoyer) nelle definizioni sue confonde quasi sempre il commercio col cambio. «Coloro (ei dice) che comprano mercanzie nel loro paese per rivenderle nel medesimo fanno il commercio interno. Quelli che comprano mercanzie in grosse partite per rivenderle a piccoli mercanti, fanno il commercio in grosso. Quelli che comprano per rivenderle ai consumatori fanno il commercio al minuto. Quelli che comprano mercanzie fuori del loro paese per rivenderle fuori del medesimo fanno il commercio di trasporto. Quelli che comprano mercanzie in un tempo per rivenderle in altro tempo opportuno fanno il commercio di speculazione.

In tutte queste definizioni si vede (prosegue il sig. Dunoyer) che il nostro autore fa consistere il commercio nel comprare per rivendere. Ma se la cosa fosse così non esisterebbe particolarità nel commercio per la quale si potesse distinguere dalle altre industrie o dalle altre specie d’industria, e parimenti non vi sarebbe distinzione fra l’una e l’altra specie d’industria. Imperocchè in tutte si compra e vende. Il manifatturiere compra mercanzie sotto una forma per ri-