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se della parte emersa indicò per la differenza de’ primi due assi; di modo che per mezzo del parametro si conosceva il valore degli assi, de’ volumi, delle specifiche gravità. Incatenava così le condizioni del problema ad una retta, che tanto signoreggia nella parabola, affinchè svolgere più facilmente potesse la stabilità d’un solido, che è stato generato da una curva parabolica.

Fu questo l’andamento dello spirito di Archimede nello spianarsi la via a quella nuova ed astrusa ricerca, che dovea per la prima volta i principj fondare della stabilità dei galleggianti. Comincia egli di fatto ad allungare colla mente l’asse della paraboloide, ma le varie lunghezze di questo ad altro non riferisce che al parametro. E come, allungato l’asse viene a farsi meno la stabilità, perchè il centro di gravità di tutta la paraboloide s’innalza; così pensò di supplire a tale difetto per via del rapporto tra le specifiche gravità del fluido e del galleggiante. Poichè quanto più cresce questo rapporto, tanto più cresce la stabilità idrostatica, e all’inverso viene questa a