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coro, fosse nudo e gridando corso per le vie di Siracusa. Questo racconto in luogo di esprimere la sorpresa e l’allegrezza di Archimede, altro non ci può indicare, che la maraviglia e lo stupore di quelli, i quali ignorando i principj dell’idrostatica non sapeano persuadersi in qual modo, e con quale argomento fosse egli venuto a scoprire, senza guastar la corona, il furto, che era stato fatto dall’artefice. Quando Archimede disse a Gerone: Datemi un punto, ed io solleverò la terra, fu certamente Gerone, che n’ebbe maraviglia, non già Archimede, il quale altro non facea, ch’esprimere il principio e la teorica della leva. Così e non altrimenti avvenne per l’interpetrazione del problema della corona. Fu Gerone, ch’esclamò di voler credere tutto ciò, che potea dire Archimede, furono tutti quei che ignoravano i principj dell’idrostatica, che levaron su le maraviglie, e trasportando in Archimede il proprio stupore, inventarono il bagno, la nudità, le grida. Se dovea sentirsi il petto pieno di allegrezza fu certamente allorchè gli venne fatto di trovare l’equilibrio de’ galleggianti, e