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modi e in varj luoghi fra lor si rispondono: e sempre in ciò fare si mostra così destro e vigoroso, che talora riesce per vie inaspettate al suo scopo, spesso ci fa desiderare un riposo in seguirlo, e sempre maraviglia e venerazione si attira. Le proporzioni in somma erano tanti fili, ch’egli a suo senno intrecciava, e de’ quali la gran tela ordiva delle sue dimostrazioni. Barrow non sapendo immaginare, che ingegno mortale avesse potuto a tanto giungere colla virtù del ragionare, è venuto in opinione, che Archimede fosse stato ajutato dall’algebra, che segretamente conoscea, e studiosamente occultava1. Tanta è la fatica, tanta è l’intensità del pensiero, l’assiduità dell’attenzione, che dovea durare Archimede col suo intelletto nell’inventare e nel dimostrare le cose discoverte da lui.

Ma senza rifuggire ad ipotesi, che prive sembrano di verosimiglianza e di ragione, è da credere essere state le cose geometriche così familiari al suo spirito, come son pronte a chiunque le parole del linguaggio natìo nel conver-

  1. De sph. et cilin. l. 2 p. 33 ed. di Londra.