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quali in Alessandria dettavano leggi e divieti contro coloro, che macchiavan per poco la purezza della geometria.
Però nel quadrar la parabola, e, questa quadrata, volgendosi alla misura delle altre curve fu sollecito di evitare le misure inesatte e nebbiose d’infinito e d’infinitesimo, tra le quali ogni grandezza curvilinea naturalmente si stanzia, e concepì l’alto e nobilissimo disegno di fondare la geometria delle curve su quelle stesse basi, su cui erano stati posati gli elementi della scienza. Cogli stessi principj, collo stesso rigore, colla stessa evidenza pensò di avanzarsi creando la dottrina delle curve, che avevano fatto i suoi antecessori formando gli elementi. E come i geometri tentando di passare dalle figure rettilinee alle curvilinee ebbero per principio incontrastabile, che la differenza tra due quantità, per piccola che fosse stata, poteva aggiunta più volte a se stessa divenir maggiore di una quantità finita della medesima specie1; così ancora Archimede tenne per fondamentale sì fatto principio, ed ebbe gran
- ↑ Archimede nel luogo citato.