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egli dicea, e i geometri della sua età videro per la prima volta misurato esattamente uno spazio curvilineo, e ne presero ammirazione. Gli stessi moderni, che levano tanto grido delle loro algebriche equazioni, hanno il magistero ammirato, con cui egli il primo giunse a quadrare lo spazio tra una retta racchiuso e la parabola.

Archimede nel quadrar questa curva non ispinge i triangoli ad un numero infinito secando all’infinito le corde del poligono iscritto, affinchè potesse in ultimo confondere l’area di questo con quella della parabola. Sapea egli, che i geometri avrebbero disapprovato altamente questa maniera di ragionare, se non come falsa ed incerta, almeno come inusitata e priva di evidenza. Avevano alcuni recato la misura del cerchio e dell’ellisse; ma come l’aveano fondato non già su’ principj che eran falsi, ma sopra lemmi difficili a potersi ammettere; così quella misura era stata rigettata da’ successori di Euclide1. Tanto in que’ dì erano rigorosi e severi gli efori delle matematiche, i

  1. Archimede lettera citata.