Pagina:Discorso intorno ad Archimede.djvu/118

114

e crea le meccaniche. Nè perciò lascia di coltivare la scienza del cielo. Misura il raggio della terra, e il diametro apparente del sole, osserva i punti de’ solstizj, e i moti de’ corpi celesti in piccola sfera riduce e presenta. Quante fatiche! Quante scoverte da un sol uomo! Come potrà per vecchiezza la gloria marcire del suo nome! Da’ suoi libri sono stati educati i moderni, ne’ suoi metodi i germi si trovano de’ novelli calcoli, dietro la sua guida avanzati e spaziati si sono i nostri matematici ne’ campi da lui per la prima volta additati al saper geometrico. Lui ricorda la leva e ogni altra potenza meccanica, lui i corpi, che a’ fluidi soprastanno, e da’ suoi dettami prende ragione la costruzione de’ vascelli, e la loro stabilità sul mare. La stessa astronomia lui ricorda nel calcolo delle comete, e nel problema di Keplero, perchè in quello della quadratura si giova della parabola, e in questo del rapporto, che corre tra la superficie dell’ellisse, e quella del cerchio circoscritto, che sono ambidue invenzioni di Archimede. E se la sua gloria è venuta tanto più in fiore, quanto più sono le scien-