degli uomini: come si vede manifestamente per
gli esempj di Scipione e di Manlio Torquato; perchè dopo la rotta che Annibale aveva dato a’ Romani a Canne, molti cittadini si erano adunati insieme, e sbigottiti e paurosi si erano convenuti abbandonare l’Italia , e girsene in Sicilia ; il che
sentendo Scipione, gli andò a trovare, e col ferro
ignudo in mano li costrinse a giurare di non abbandonare la Patria. Lucio Manlio, padre di Tito
Manlio, che fu dipoi chiamato Torquato, era stato
accusato da Marco Pomponio Tribuno della Plebe,
e innanzi che venisse il dì del giudizio, Tito andò
a trovar Marco, e minacciando d’ammazzarlo se
non giurava di levare l’accusa al padre, lo costrinse al giuramento, e quello per timore, avendo
giurato , gli levò l’accusa. E così quelli cittadini,
i quali l’amore della patria e le leggi di quella
non ritenevano in Italia, vi furon ritenuti da uno
giuramento che furono forzati a pigliare; e quel
Tribuno pose da parte l’odio che egli aveva col
padre, la ingiuria che gli aveva fatta il figliuolo,
e l’onore suo, per ubbidire al giuramento preso;
il che non nacque da altro, che da quella Religione che Numa aveva introdotta in quella città.
E vedesi, chi considera bene le Istorie romane,
quanto serviva la Religione a comandare agli eserciti, a riunire la Plebe, a mantenere gli uomini
buoni, a fare vergognare li tristi. Talchè se si
avesse a disputare a quale principe Roma fusse
più obbligata, o a Romolo o a Numa, credo che