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morte li rende gloriosi; l'altra li fa vivere in continue angustie, e dopo la morte lasciare di sé una sempiterna infamia.


CAPITOLO XI


Della Religione de' Romani.


Ancorachè Roma avesse il primo suo ordinatore Romolo, e che da quello abbia a riconoscere come figliuola il nascimento e la educazione sua, nondimeno giudicando i cieli che gli ordini di Romolo non bastavano a tanto Imperio, messono nel petto del Senato romano di eleggere Numa Pompilio per successore di Romolo, acciocchè quelle cose che da lui fossero state lasciate in dietro, fossero da Numa ordinate. Il quale, trovando un Popolo ferocissimo, e volendolo ridurre nelle ubbidienze civili con le arti della pace, si volse alla Religione, come cosa al tutto necessaria a volere mantenere una civiltà, e la costituì in modo, che per più secoli non fu mai tanto timore di Dio quanto in quella Repubblica; il che facilitò qualunque impresa, che il Senato o quelli grandi uomini romani disegnassero fare. E chi discorrerà infinite azioni, e del Popolo di Roma tutto insieme, e di molti dei Romani da per sè, vedrà come quelli cittadini temevano più assai rompere il giuramento che le leggi; come coloro che stimavano più la potenza di Dio, che quella