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libro primo | 49 |
CAPITOLO IX
Come egli è necessario essere solo a volere ordinare una Repubblica di nuovo, o al tutto fuori degli antichi suoi ordini riformarla.
E’ parrà forse ad alcuno che io sia troppo trascorso dentro nella Istoria romana, non avendo fatto alcuna menzione ancora degli ordinatori di quella Repubblica, nè di quelli ordini che o alla Religione o alla milizia riguardassero. E però non volendo tenere più sospesi gli animi di coloro, che sopra queste parti volessero intendere alcune cose, dico, come molti per avventura giudicheranno di cattivo esempio, che un fondatore d’un vivere civile, quale fu Romolo, abbia prima morto un suo fratello, dipoi consentito alla morte di Tito Tazio Sabino, eletto da lui compagno nel regno; giudicando per questo, che i suoi cittadini potessero con l’autorità del loro Principe, per ambizione e desiderio di comandare, offendere quelli che alla loro autorità si opponessero. La quale opinione sarebbe vera, quando non si considerasse che fine l’avesse indotto a fare tal omicidio.
E debbesi pigliare questo per una regola generale, che non mai, o di rado, occorre ch’alcuna Repubblica o Regno sia da principio ordinato bene, o al tutto di nuovo fuori degli ordini vecchi riformato, se non è ordinato da uno; anzi è necessario che un solo sia quello che