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testo, quanto siano nelle città libere e in ogni altro modo di vivere, detestabili le calunnie, e come per reprimerle si debbe non perdonare a ordine alcuno, che vi faccia a proposito. Nè può essere migliore ordine a torle via, che aprire assai luoghi alle accuse, perchè quanto le accuse giovano alle Repubbliche, tanto le calunnie nuocono: e dall’altra parte è questa differenza, che le calunnie non hanno bisogno di testimoni, nè d’alcun altro particolare riscontro a provarle, in modochè ciascuno da ciascuno può essere calunniato; ma non può già essere accusato, avendo le accuse bisogno di riscontri veri, e di circostanze, che mostrino la verità dell’accusa. Accusansi gli uomini ai Magistrati, ai Popoli, ai Consigli; calunniansi per le piazze, e per le logge. Usasi più questa calunnia, dove si usa meno l’accusa, e dove le città sono meno ordinate a riceverle. Però uno ordinatore di una Repubblica debbe ordinare che si possa in quella accusare ogni cittadino, senz’alcuna paura, o senz’alcun sospetto; e fatto questo e bene osservato, debbe punire acremente i calunniatori; i quali non si possono dolere quando siano puniti, avendo i luoghi aperti a udire le accuse di colui che gli avesse per le logge calunniato. E dove non è bene ordinata questa parte, seguitano sempre disordini grandi; perchè le calunnie irritano, e non gastigano i cittadini; e gl’irritati pensano di valersi, odiando più presto che temendo le cose che si dicono contro di loro. Questa parte, come è