non nasce quand’ella comincia a riscaldare, ma che prima era nata nell’uomo per sua gran velocità; perciò che a me pare, come dice Omero, che niuna altra passione dell’animo abbia sì tosto e subito nascimento, come questa dell’ira. E Achille a tal proposito descrive e induce subito per isdegno cader della ragione, e Agamennone finge tardamente adirarsi, ma multiplicando in parole, finalmente precipitarsi nell’ira, le quali parole, se nel principio avessi moderate e fuggite, non sarebbe in tale incendio transcorso; onde che Socrate, ogni volta ch’incontra alcuno si sentiva da ira commovere, usava tosto stabilir la mente contro alla futura tempesta, perciò che incontanente bassava la voce, rallegrava la faccia, mostravasi più lieto nello aspetto, e così finalmente sentendosi da quella passione sforzare, si afforzificava in contrario, onde si conservava costante, e diveniva al tutto insuperabile. E nel vero, Niccolò mio, quello sottrarsi dal principio dell’ira, non è altro che liberarsi da un pessimo tiranno che quietar non ti lasci, ma or gridando, minacciando, ed ora gli occhi e il viso stravolgendo, e battendo le mani, ti faccia a ciascuno tenere spiacevole o ridiculo; perciò nel principio suo dee l’uomo accostarsi alla tranquillità, e fuggire quella furia. Hanno certo le passioni degli amanti qualche termine piacevole, e non senza ingegno, come cantare, sonare, ed alla loro innamorata far balli e mattinate; e se avviene che alcuno cyn lei si ri-