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restante di quella famiglia mandò in esilio, e molti altri nobili cittadini decapitò. E parendogli avere Pistoia e Pisa poco fedeli, con industria e forza attendeva ad assicurarsene; il che dette tempo ai Fiorentini di ripigliare le forze, e potere aspettare la venuta di Carlo. Il quale venuto, deliberarono di non perdere tempo, e ragunorono insieme grande gente, perché convocorono in loro aiuto quasi tutti i Guelfi di Italia, e feciono uno grossissimo esercito di più di trentamila fanti e diecimila cavagli. E consultato quale dovessino assalire prima, o Pistoia o Pisa, si risolverono fusse meglio combattere Pisa, come cosa più facile a riuscire per la fresca congiura che era stata in quella, e di più utilità, giudicando, avuta Pisa, Pistoia per se medesima si arrendesse.

Usciti adunque i Fiorentini fuora con questo esercito, allo entrare di maggio del milletrecentoventotto, occuparono subito la Lastra, Signa, Montelupo ed Empoli, e ne vennono con lo esercito a San Miniato. Castruccio, dall’altra parte, sentendo el grande esercito che i Fiorentini gli avieno mosso contra, non sbigottito in alcuna parte, pensò che questo fusse quel tempo che la fortuna gli dovesse mettere in mano lo imperio di Toscana, credendo che gli inimici non avessero a fare migliore prova in quello di Pisa che si facessero a Serravalle, ma che non avessino già speranza di rifarsi come allora; e ragunato ventimila de’ suoi uomini a piè e