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e non pregò per sé, perché giudicava non avere di bisogno, ma per gli altri di casa, pregandolo che condonasse molte cose alla giovanezza, molte alla antica amicizia e obligo che quello aveva con la loro casa. Al quale Castruccio rispose gratamente e lo confortò a stare di buono animo mostrandogli avere più caro avere trovati posati e’ tumulti, che non aveva avuto per male la mossa di quelli, e confortò Stefano a fargli venire tutti a lui, dicendo che ringraziava Dio di avere avuto occasione di dimostrare la sua clemenza e liberalità. Venuti adunque sotto la fede di Stefano e di Castruccio, furono insieme con Stefano imprigionati e morti.
Avevano in questo mezzo e’ Fiorentini recuperato San Miniato; onde che a Castruccio parve di fermare quella guerra, parendogli, infino ch’e’ non si assicurava di Lucca, di non si potere discostare da casa. E fatto tentare e’ Fiorentini di triegua, facilmente gli trovò disposti, per essere ancora quegli stracchi e desiderosi di fermare la spesa. Fecero adunque triegua per dua anni, e che ciascuno possedessi quello che possedeva. Liberato dunque Castruccio dalla guerra, per non incorrere più ne’ pericoli era incorso prima, sotto varii colori e cagioni spense tutti quegli in Lucca che potessero per ambizione aspirare al principato; né perdonò ad alcuno, privandogli della patria e della roba, e, quegli che poteva avere nelle mani, della vita, affermando di avere conosciuto per esperienza niuno di quegli potergli essere fedele. E per