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ni; e di quivi ne andarono a campo a Montecarlo, per avere libero il passo di Lucca. Pertanto Uguccione ragunata assai gente pisana e lucchese e di più molti cavagli tedeschi che trasse di Lombardia, andò a trovare il campo de’ Fiorentini; il quale sentendo venire e’ nemici, si era partito da Montecarlo e postosi intra Montecatini e Pescia, ed Uguccione si misse sotto Montecarlo propinquo a’ nimici a due miglia, dove qualche giorno intra i cavagli dell’uno e dell’altro esercito si fece alcuna leggieri zuffa; perchè sendo ammalato Uguccione, i Pisani e i Lucchesi fuggivono di fare la Giornata con gli inimici. Ma sendo Uguccione aggravato nel male, si ritirò per curarsi a Montecarlo, e lasciò a Castruccio la cura dello esercito. La qual cosa fu cagione della rovina de’ Guelfi; perchè quegli presero animo, parendo loro che lo esercito inimico fussi rimaso senza capitano. Il che Castruccio cognobbe, e attese per alcuni giorni ad accrescere in loro questa opinione, mostrando di temere, non lasciando uscire alcuno delle munizioni del campo; e dall’altra parte i Guelfi, quanto più vedevano questo timore, tanto più diventavano insolenti, e ciascuno giorno, ordinati alla zuffa, si presentavano allo esercito di Castruccio. Il quale, parendoli avere dato loro assai animo, e conosciuto l’ordine loro, deliberò fare la Giornata con quelli; e prima con le parole fermò l’animo de’ suoi soldati, e mostrò loro la vittoria certa, quando volessero ubbidire agli or-