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fine lo ammaestrava; ma aveva trovato subietto allo animo sacerdotale al tutto disforme. Perchè come prima Castruccio pervenne alla età di quattordici anni, e che incominciò a pigliare uno poco di animo sopra messer Antonio e madonna Dianora, e non gli temere punto, lasciati i libri ecclesiastici da parte, cominciò a trattare le armi, nè di altro si dilettava che o di maneggiare quelle, o con gli altri suoi equali correre, saltare, fare alle braccia, e simili esercizj; dove ei mostrava virtù di animo e di corpo grandissima, e di lunga tutti gli altri della sua età superava. E se pure ei leggeva alcuna volta, altre lezioni non gli piacevano che quelle che di guerre o di cose fatte da grandissimi uomini ragionassero. Per la qual cosa messer Antonio ne riportava dolore e noia inestimabile.

Era nella città di Lucca uno gentile uomo della famiglia de’ Guinigi, chiamato messer Francesco, il quale per ricchezza, per grazia e per virtù passava di lunga tutti gli altri Lucchesi, l’esercizio del quale era la guerra, e sotto i Visconti di Milano aveva lungamente militato; e perchè Ghibellino era, sopra tutti gli altri che quella parte in Lucca seguitavano era stimato. Costui trovandosi in Lucca, e ragunandosi sera e mattina con gli altri cittadini sotto la loggia del Podestà, la quale è in testa della piazza di San Michele, che è la prima piazza di Lucca, vide più volte Castruccio con gli altri fanciulli della contrada, in quegli esercizj, che io dissi di sopra esercitarsi; e parendogli che oltre