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libro primo 37

che faceva che il Re a vita, e il picciolo numero del Senato, quanto alla unione, gli sarebbe giovato poco. Se alcuno volesse pertanto ordinare una Repubblica di nuovo, arebbe a esaminare se volesse ch’ella ampliasse, come Roma di dominio e di potenza; ovvero ch’ella stesse dentro a brevi termini. Nel primo caso è necessario ordinarla come Roma, e dare luogo a’ tumulti e alle dissensioni universali il meglio che si può; perchè senza gran numero di uomini, e bene armati, non mai una Repubblica potrà crescere, o se la crescerà mantenersi. Nel secondo caso, la puoi ordinare come Sparta o come Vinegia; ma perchè l’ampliare è il veleno di simili Repubbliche, debbe in tutti quelli modi che si può, chi le ordina, proibire loro lo acquistare, perchè tali acquisti fondati sopra una Repubblica debole, sono al tutto la rovina sua; come intervenne a Sparta e a Vinegia, delle quali la prima avendosi sottomessa quasi tutta la Grecia, mostrò in su uno minimo accidente il debole fondamento suo; perchè seguìta la ribellione di Tebe, causata da Pelopida, ribellandosi l’altre cittadi, rovinò al tutto quella Repubblica. Similmente Vinegia avendo occupato gran parte d’Italia, e la maggior parte non con guerra, ma con danari e con industria, come la ebbe a fare prova delle forze sue, perdette in una giornata ogni cosa. Crederei bene che a fare una Repubblica che durasse lungo tempo, fusse il miglior modo ordinarla dentro come Sparta o come Vinegia, porla in luogo