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libro terzo 219

nite cose, che sono nella guerra necessarie. E Senofonte, nella vita di Ciro mostra che andando Ciro ad assaltare il Re d’Armenia, nel divisare quella fazione ricordò a quegli suoi, che questa non era altro, ch'una di quelle cacce, le quali molte volte avevano fatte seco. E ricordava a quelli che mandava in agguato in su i monti, ch'gli erano simili a quelli che andavano a tendere le reti in su i gioghi, ed a quelli che scorrevano per il piano, erano simili a quegli ch'andavano a levare del suo covile la fiera, acciocché cacciata, desse nelle reti. Questo si dice per mostrare come le cacce, secondo che Senofonte approva, sono una immagine di una guerra. E per questo agli uomini grandi tale esercizio è onorevole e necessario. Non si può ancora imparare questa cognizione de’paesi in altro più atto modo che per via di caccia; perché la caccia fa, a colui che l'usa, sapere come sta particularmente quel paese, dove ei l'esercita. E fatto che uno s'è familiare bene una regione, con facilità comprende poi tutti i paesi nuovi; perché ogni paese ed ogni membro di quelli hanno insieme qualche conformità, in modo che dalla cognizione d’uno facilmente si passa alla cognizione dell’altro. Ma chi non ne ha bene pratico uno, con difficultà, anzi non mai, se non con un lungo tempo, può conoscere l’altro. E chi ha questa pratica, in uno voltare d’occhio sa come giace quel piano, come surge quel monte, dove arriva quella valle, e tutte l'al