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tu ti mantenga tutte a due quelle parti amiche, o principe o republica che le governi. Perché dalla natura è dato agli uomini pigliare parte in qualunque cosa divisa, e piacergli più questa che quella. Talché, avendo una parte di quella terra male contenta, fa che, la prima guerra che viene, te la perdi; perché gli è impossibile guardare una città che abbia e’ nimici fuori e dentro. Se la è una republica che la governi, non ci è il più bel modo a fare cattivi i tuoi cittadini ed a fare dividere la tua città, che avere in governo una città divisa; perché ciascuna parte cerca di avere favori, e ciascuna si fa amici con varie corruttele: talché ne nasce due grandissimi inconvenienti; l’uno, che tu non ti gli fai mai amici, per non gli potere governare bene, variando il governo spesso, ora con l’uno, ora con l’altro omore; l’altro, che tale studio di parte divide di necessità la tua republica. Ed il Biondo, parlando de’ Fiorentini e de’ Pistolesi, ne fa fede, dicendo: «Mentre che i Fiorentini disegnavono di riunire Pistoia, divisono sé medesimi». Pertanto, si può facilmente considerare il male che da questa divisione nasca.
Nel 1502, quando si perdé Arezzo, e tutto Val di Tevere e Val di Chiana, occupatoci dai Vitelli e dal duca Valentino, venne un monsignor di Lant, mandato dal re di Francia a fare ristituire ai Fiorentini tutte quelle terre perdute; e trovando Lant in ogni castello uomini che, nel vicitarlo, dicevano che erano della parte di Marzocco,