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a comandare agli eserciti; il quale fu Antonio Giacomini. E mentre che si ebbe a fare guerre pericolose, tutta l’ambizione degli altri cittadini cessò, e nella elezione del commessario e capo degli eserciti non aveva competitore alcuno; ma come si ebbe a fare una guerra dove non era alcuno dubbio, ed assai onore e grado, e’ vi trovò tanti competitori, che, avendosi ad eleggere tre commessari per campeggiare Pisa, e’ fu lasciato indietro. E benché e’ non si vedesse evidentemente che male ne seguisse al publico per non vi avere mandato Antonio, nondimeno se ne potette fare facilissima coniettura; perché, non avendo più i Pisani da defendersi né da vivere, se vi fusse stato Antonio, sarebbero stati tanto innanzi stretti, che si sarebbero dati a discrezione de’ Fiorentini. Ma, sendo loro assediati da capi che non sapevano né stringergli né sforzargli, furono tanto intrattenuti che la città di Firenze gli comperò, dove la gli poteva avere a forza. Convenne che tale sdegno potesse assai in Antonio; e bisognava ch’e’ fussi bene paziente e buono, a non disiderare di vendicarsene, o con la rovina della città, potendo, o con l’ingiuria di alcuno particulare cittadino. Da che si debbe una republica guardare; come nel seguente capitolo si discorrerà.